Dal 3 maggio presso il PAN, Palazzo delle Arti di Napoli, è aperta al pubblico la mostra Frida Kahlo – Ojos que no ven corazón que no siente. Il capoluogo partenopeo è la prima città italiana scelta dalla Frida Kahlo Corporation per mostrare in maniera intima e schietta la vita dell’artista messicana. Si tratta di una produzione della Next Exhibition, curata da Alejandra Lopez, con il patrocinio dell’Ambasciata del Messico, del Consolato del Messico a Napoli e del Comune di Napoli, organizzata da Alta Classe Lab in collaborazione con Next Exhibition, Fast Forward e Next Event.
La fotografia, l’invenzione maravigliosa, è un’arte attraverso la quale, nel corso del tempo, è stato possibile imprimere su lastra prima, e su carta e digitale poi, qualsiasi immagine volesse essere immortalata per sempre. Anche per Frida Kahlo, è stata una compagna sempre presente, diventando uno strumento fondamentale e allo stesso tempo personale, grazie soprattutto all’influenza di suo padre Guillermo, autore di scatti in grado di creare scene incredibilmente dettagliate della quotidianità della sua famiglia.
In Frida Kahlo – Ojos que no ven corazón que no siente sono presenti molti momenti della vita dell’artista, a partire dalla sua gioventù alle sue amicizie, gli amori, il percorso artistico, i momenti più significativi e iconici, tra cui l’incidente stradale di cui fu vittima nel 1925. Attraverso la fotografia è possibile scoprire una Frida poliedrica, seduttrice, sempre sicura di sé, ribelle, ma anche divertente. Si tratta di scatti sia spontanei che in posa che permettono di comprenderne appieno l’essenza. La pittrice viene raccontata e catturata anche da molti amici, fotografi sia dilettanti che consacrati professionisti, tra cui Edward Weston, Manuel e Lola Álvarez Bravo, Imogen Cunningham, Fritz Henle, Nickolas Muray, Bernard Silberstein, Lucienne Bloch, Héctor García, Gisèle Freund e Juan Guzmán.
Il percorso espositivo, ricchissimo di questi scatti unici, presenta poi una riproduzione della camera da letto di Casa Azul, luogo dove Frida Kahlo trascorse numerosi giorni della sua vita e dove oggi si trovano le sue ceneri. La stanza è dunque una fedele ricostruzione di tutti i mobili e gli arredi dell’epoca, dallo specchio, regalo della madre per aiutarla a dipingere, a diversi oggetti, come lo scheletro, che mostrano quanto l’artista avesse uno stretto rapporto con il mondo ultraterreno, aspetto del resto sempre molto sentito nella cultura messicana. La riproduzione dello studio dimostra quanto il tempo si sia fermato nella stanza, dove ancora si trovano le tavolozze, i pigmenti nelle bottiglie di vetro, la sedia a rotelle davanti al cavalletto, colori e tantissimi libri che raccontano l’artista.
In alcune fotografie Frida Kahlo mostra uno stile “mascolino” che ne testimonia lo spirito ribelle, il desiderio di sfidare quella che era la morale tradizionale dell’epoca, ma anche di esprimere i suoi pensieri, le sue idee sempre all’avanguardia. Con il passare degli anni, ma anche del primo matrimonio, è tangibile il suo cambiamento, la sua maturità verso una donna più decisa, coraggiosa e consapevole dell’effetto che il proprio volto provoca nelle fotografie scattate dal padre. Accanto a decine e decine di istantanee lo sguardo viene catturato da lettere e telegrammi che raccontano frammenti di attimi, felici e disperati, dell’artista, entrando ancora di più in intimità con la sua vita attraverso una scrittura incredibilmente emotiva.
Un evento che cambiò per sempre la vita di Frida fu l’incontro con Diego Rivera, la storia dell’elefante e della colomba – così venivano identificati –, con il quale si sposò nel 1929. La militanza politica, la passione per il Messico e l’arte erano gli elementi che unirono i due; una storia romantica, passionale e intensa, ma allo stesso tempo costellata di tradimenti: il colpo peggiore, per lei, fu apprendere della relazione di lui con sua sorella minore Cristina. Da quel momento in poi tutto cambiò: i due, infatti, divorziarono nel 1939 per poi ritrovarsi nel 1940, anno del loro secondo matrimonio, che li vide insieme fino alla morte della pittrice nel 1954.
Frida Kahlo ebbe numerosi problemi di salute – una malformazione della colonna vertebrale che nel corso degli anni le causò atrofie alla gamba destra e poi la poliomielite – ma la sua vita fu segnata irrimediabilmente all’età di 18 quando, il 17 settembre del 1925, subì un incidente che le ruppe il bacino e segmentò la spina dorsale lombare, impedendole di avere figli. Nel corso del tempo si sottopose a più di trenta interventi chirurgici, rendendo le visite in ospedale episodi sempre più comuni nella vita quotidiana. Proprio il corpo fratturato è un tema particolarmente presente nelle sue fotografie, così come nella sua opera plastica e letteraria. Il dolore e la decadenza fisica, così come la morte, vengono plasmati con crudezza e umorismo, diventando infatti una caratteristica delle sue creazioni artistiche. Per un’embolia polmonare, nella notte tra il 12 e il 13 luglio 1954, Frida Kahlo si spense per sempre e nel Palazzo delle Belle Arti di Città del Messico la sua bara venne coperta con la bandiera comunista, come testimonia una fotografia scattata da Héctor García. Quel giorno centinaia di persone si riunirono per dare l’ultimo saluto alla grande pittrice.
La mostra volge al termine arrivando nella sala dove sono esposti alcuni degli abiti che Frida Kahlo amava indossare. L’artista usava tessuti provenienti da diverse comunità indigene e meticce, principalmente del Messico e del Guatemala. Tra questi troviamo il ribozo (uno scialle), l’huipil (una tunica), il quexquémitl (un poncho), ma anche i sandali, le gonne e alcune parti del costume delle Tehuana zapoteca di Oxaca, da cui prese l’abito di gala che indossò quotidianamente. Un’immagine, questa, che è rimasta nell’immaginario collettivo di tanti.
Il suo modo di vestire rispondeva a diverse circostanze: dalla necessità di indossare abiti comodi, nascondendo così i dispositivi ortopedici che usava, alla possibilità di esaltare i colori contenuti nei tessuti tradizionali degli indigeni del paese, reinterpretandone il significato per i popoli e sfoggiandone la bellezza. Il suo stile voleva esaltare a tutti gli effetti la pura essenza del popolo messicano.
Frida Kahlo – Ojos que no ven corazón que no siente è visitabile tutti i giorni, dal lunedì al venerdì dalle 9:30 alle 20, mentre il sabato e la domenica dalle 9:30 alle 21:30, a un costo intero di 14 euro e ridotto di 12. Per la prima volta in Europa è possibile ammirare una selezione unica, appassionante e rivelatrice di fotografie e lettere che ricostruiscono momenti noti e inediti della vita dell’artista, un evento davvero imperdibile per chi ama e apprezza questa incredibile donna.