Non c’è ancora una data ufficiale per le elezioni amministrative del 2021. La tornata elettorale che avrebbe dovuto svolgersi nel corso di questa primavera è stata rinviata in autunno a causa dell’ancora rischiosa situazione sanitaria dovuta alla pandemia da COVID-19. La campagna elettorale, però, comincia a entrare nel vivo.
Il rinnovo del Consiglio Comunale riguarderà Roma, Milano, Napoli e Torino e, dunque, potrebbe ridisegnare non solo la gestione delle realtà coinvolte, ma anche lo scacchiere dell’intera politica nazionale. Il voto delle Amministrative del 2021, infatti, è guardato con grande attenzione da tutti i partiti che oggi condividono l’esperienza di governo agli ordini del Premier Draghi, ognuno consapevole del terremoto che il risultato delle urne potrebbe scatenare anche in quel di Montecitorio e Palazzo Madama.
Il centrodestra – come appare probabile – si compatterà per strappare la Capitale al MoVimento 5 Stelle e tenterà lo scacco matto a Beppe Sala, seppur le recenti vicende che uniscono Lombardia e Lega non giochino certo a favore del trio Berlusconi-Salvini-Meloni. Diversa la situazione in casa PD-M5S che – come in perfetto stile post PCI – ancora non convergono verso il rinnovo dell’alleanza in tutte le piazze dove saranno chiamate a contrastare la prepotente avanzata sovranista.
Dove, però, l’asse Grillo-Letta sembra saldo nella convinzione di correre in favore di un unico candidato è la città del Vesuvio. I pentastellati punterebbero sull’attuale Presidente della Camera, Roberto Fico; i dem, invece, sembrerebbero orientati ad accontentare Vincenzo De Luca schierando un suo fedelissimo, l’ex Ministro Gaetano Manfredi. Su quale dei due dovesse ricadere la scelta, Napoli sembra convinta: sarà Palazzo San Giacomo.
Nonostante manchino circa sei mesi alle Amministrative di ottobre, i primi sondaggi cominciano già a circolare e le intenzioni dei napoletani sembrano delineare una corsa alla poltrona attualmente occupata da Luigi de Magistris tutta in favore della coalizione giallorossa. Eppure, nelle proiezioni diramate da Il Sussidiario la scorsa settimana qualcosa non torna.
Sono due i dati che appaiono, in primo luogo, lampanti: 1) qualunque sarà il candidato su cui punteranno 5 Stelle e PD, la corsa a Palazzo San Giacomo si risolverà a suo favore, passando, probabilmente, per un ballottaggio che ingloberà i voti delle altre componenti democratiche in corsa al primo turno; 2) l’esperienza de Magistris si chiuderà con un forte malcontento da parte della città, il che minerebbe anche alla corsa di Alessandra Clemente. Ma è davvero così?
Stando al sondaggio (tenendo conto, però, dell’esiguo campione analizzato: 805 casi), il nome su cui la maggior parte dei napoletani sarebbe felice di convergere parrebbe quello di Roberto Fico, vicino al 40% delle preferenze. Il Presidente della Camera, forte di un’esperienza condotta in maniera dignitosa e autorevole a Montecitorio, potrebbe raccogliere l’eredità di de Magistris e continuare nel processo di rilancio del capoluogo campano a livello nazionale e internazionale già avviato dall’ex magistrato. Il suo ruolo all’interno del MoVimento è piuttosto solido e i valori di democrazia che ha dimostrato di non rinnegare neppure quando i grillini dividevano la merenda con i leghisti ne fanno un candidato tutto sommato affidabile per non vanificare le battaglie di legalità e coinvolgimento della popolazione locale nella politica cittadina promosse dall’attuale Sindaco.
Le Amministrative 2021 vedranno, in tutta probabilità, la discesa in campo anche di un nome nuovo, quello di Catello Maresca, benedetto sia da Matteo Salvini che da Mara Carfagna, il Ministro del Sud che i più avrebbero creduto in prima linea nella corsa a Palazzo San Giacomo. L’uomo scelto da Lega e Forza Italia – per quanto forte di un 30% delle preferenze – non insidia alla storia partenopea. La città delle Quattro Giornate è ancora lontana dal cedere alle sirene del nazionalismo, seppur ben vestito.
L’analisi più interessante non può non riguardare, però, l’attuale Assessore al Patrimonio e alle Politiche Giovanili della città, Alessandra Clemente, indicata da Luigi de Magistris a proseguire nella rivoluzione arancione. Dando per buono il questionario de Il Sussidiario, la città starebbe per salutare l’esperienza dell’ex magistrato con un malcontento che va acuendosi, un disfacimento che, per il suo diretto coinvolgimento, la trascinerebbe nella spirale di negatività che giudica senza memoria la sindacatura vigente.
Non servono, purtroppo, sondaggi per tastare il polso di un territorio che avverte vecchi e nuovi fantasmi aleggiare lungo le strade affollate, solo fino a un anno fa, da milioni di turisti provenienti da tutto il mondo. Il malcontento, a Napoli, è un dato di fatto, l’impeto del Sindaco che ha calamitato sulla sua figura ogni piaga che affliggeva la città sembra sfibrato dai vari sgambetti subiti, dalla conferma senza appello del suo arci-rivale a Palazzo Santa Lucia e, non ultimo, dalla pandemia. La più grande piaga sanitaria, economica e sociale dal dopoguerra ha allungato la sua ombra su quanto di buono è stato conquistato in questi anni, fiaccando l’entusiasmo di quanti nel riscetamento voluto da de Magistris avevano visto un nuovo modo di fare politica e di restituire a Napoli una dignità culturale che il resto d’Italia fatica a riconoscerle.
Legare il nome di Alessandra Clemente a questa sfiducia che cancella la memoria storica – tanto da rimettere in gioco persino chi è stato causa dei problemi atavici di cui soffre il capoluogo campano – è, però, subdolo e ingeneroso. La politica da social network, che esalta e dimentica alla velocità di un like, non è ciò che insegue la giovane candidata del gruppo demA, anzi, i suoi toni sempre equilibrati e accoglienti stanno aprendo a un confronto sulla cosa pubblica anche sulle piattaforme virtuali che sarebbe bene auspicare a tutti i livelli nelle istituzioni.
Il grande lavoro in cui Clemente si sta adoperando può già tracciare un ritratto del Sindaco che potrebbe essere, di cui Napoli potrebbe beneficiare. I lavori pubblici seguiti sempre da vicino, i cantieri chiusi non senza difficoltà e, non ultimo, un costante tavolo di confronto aperto con la città nonostante le limitazioni fisiche – avviato su Facebook tramite dei veri e propri meet up – offrono ai cittadini napoletani un anticipo della stagione che potrebbe aprirsi.
La sfida, per Clemente come per gli altri – per le prossime Amministrative –, sarà rivolgersi a quel 40% di indecisi/astenuti che nella politica dimostrano di non avere fiducia e la strada tracciata dall’Assessore trentaquattrenne potrebbe essere certamente più efficace dei curricula dei suoi avversari, partiti i cui simboli si legano a Napoli solo per vicende che la città paga ancora in termini di pregiudizio e crisi sociale.
Le elezioni amministrative 2021 sono ancora lontane, eppure già vicine. Il quadro che ne verrà fuori potrebbe risultare decisivo non solo per le città che verranno, ma per il Paese che sarà. Il malcontento partenopeo è bene che faccia i conti con la realtà e la memoria. E, forse, anche il prossimo sondaggio potrebbe raccontare un futuro diverso.