Un altro libro sui Peanuts, il fumetto e la cultura di massa? No, il saggio Era una notte buia e tempestosa. Società, cultura e valori nei Peanuts di Elena Massi (Alter Ego, 2021) è molto di più e, soprattutto, offre un contributo alla riflessione differente, originale nel suo impianto strutturale e nei fini che si propone.
Abbiamo festeggiato, agli inizi di ottobre dell’anno scorso, il 70esimo compleanno dei personaggi di Charles M. Schulz (1922 – 2000), il grande fumettista statunitense creatore delle vignette nelle quali Charlie Brown, Snoopy, Linus, Lucy e altri straordinari protagonisti costituiscono una mitologia moderna che narra i frammenti della vita quotidiana di alcuni bambini ma che ha rappresentato e, al tempo stesso, influenzato la società, i valori e la cultura contemporanea dalla metà del XX secolo a oggi.
A tal proposito, Elena Massi, specializzata nella fiaba e nella storia della letteratura per l’infanzia, ci offre un’opera densa nella quale parte dalle testimonianze di autori come Giovanni Gandini, Umberto Eco, Art Spiegelman e Antonio Faeti, per introdurci nella complessità dei rimandi intertestuali, espliciti e impliciti dei balloon – parola inglese che si riferisce alla “nuvoletta” che contiene il parlato o il pensato dei personaggi e, in generale, al fumetto – alla letteratura, al cinema, al giornalismo e, più ampiamente, alla storia della cultura.
Charles M. Schulz, il papà dei Peanuts, riuscì a far pubblicare le sue storie, a strisce giornaliere e tavole domenicali, su giornali come il Washington Post e il Chicago Tribune per la prima volta il 2 ottobre del 1950. Le strip uscirono fino al 13 febbraio 2000, il giorno seguente la sua morte, a 77 anni d’età. Il titolo Peanuts – letteralmente noccioline –, sempre detestato da Schulz, venne scelto dal distributore della striscia per citare il pubblico dei bambini di uno show televisivo dell’epoca. In Italia, le vignette arrivarono nel 1963, grazie alla Milano Libri di Giovanni Gandini che, dall’aprile del 1965, fece uscire la rivista Linus, sin da subito successo di pubblico e di critica artistica e letteraria.
L’autrice di Era una notte buia e tempestosa padroneggia una grande e articolata massa di contributi e, in effetti, li fa dialogare tra loro. Ma il focus dell’opera è sulla rappresentazione dell’infanzia, partendo da quei bambini della guerra, nati tra gli anni Quaranta e Cinquanta, dei quali scrisse anche il grande Stephen King, ricordandone la tensione psicologica e le difficoltà vissute da chi non poteva difendersi dagli orrori della Guerra fredda. L’universalità e l’attualità dei Peanuts di Schulz, infatti, ci ricorda Elena Massi, dipendono dal radicamento nella storia americana, a partire dalla metà del secolo scorso, e dal mondo morale, caratterizzato dall’ironia su quel tragico incontro di malinconia, solitudine, violenza pettegola e fantasticheria che continua ad affascinare anche ai giorni nostri.
Il filo conduttore del saggio, di conseguenza, è il tema della notte perché la genialità delle trovate umoristiche diedero la possibilità ai protagonisti del cartoon di superare il dolore e il sentimento di inadeguatezza presente nello spirito del tempo, riuscendo a non perdere dolcezza e bricconeria. E il carico delle frustrazioni, delle illusioni e l’ansia dei personaggi bambini sono stati lo specchio fedele di quello sperimentato dai lettori adulti. Questa è una delle ragioni di fondo del successo della creazione di Schulz che ha appassionato il pubblico di tante e diverse generazioni tra conservazione e innovazione, gli elementi costitutivi del progetto comunicativo e artistico.
Queste sono anche le motivazioni dell’interesse degli studiosi e degli artisti che hanno sottolineato i tanti rispecchiamenti letterari e cinematografici a cui rimandano le strisce dei Peanuts. Da quelli più palesi, come l’Antologia di Spoon River (pubblicato nel 1915) di Edgar Lee Masters, un testo poetico molto amato da Schulz, a quelli meno immediati, come la riflessione sulla solitudine e il potere nel film Citizen Kane (1941) di Orson Welles. O, ancora, come aveva notato Umberto Eco, nell’inatteso parallelismo tra Linus e il protagonista de Il giovane Holden (1951) di J. D. Salinger. Il bisogno di sicurezza e l’incapacità di essere autonomi accomunano, infatti, il piccolo personaggio schulziano a Holden Caulfield, che affermava di trovarsi a suo agio quando stava insieme ai bambini.
L’incipit/tormentone Era una notte buia e tempestosa con il quale Snoopy inizia a scrivere i suoi racconti, nella striscia apparsa il 12 luglio 1965, con l’intenzione di diventare uno scrittore famoso, è all’insegna della ripetizione che dai tempi dell’oralità costituisce una delle modalità della trasmissione culturale e della sua conservazione. Il saggio di Elena Massi, infatti, ci invita a riflettere sulla natura sociale e sull’imprevedibilità dei processi creativi, soprattutto quando devono misurarsi con le logiche del mercato editoriale.
In esergo al primo capitolo del libro, l’autrice cita una frase dello scrittore Giuseppe Scaraffia, tratta dall’opera Infanzia (Sellerio, 1987), che recita: Là dove giocano i bambini è sepolto un segreto. La possibilità dell’espressione pubblica nella vita e nell’arte, forse, parte proprio dal segreto di un dolore privato che si trasforma in gioco condiviso con gli altri, tra malinconia e ironia, realtà taciuta e immaginazione di un mondo fantastico.