Villa Ebe, anche nota come Castello di Pizzofalcone, nel quartiere di Napoli San Ferdinando, è una palazzina in stile neogotico costruita nel 1922 dall’architetto e urbanista Lamont Young. Da tempo, il sito risulta ormai abbandonato e il progetto di rivalutazione che doveva essere realizzato nel 2008 non è mai stato portato a termine.
Luogo incantevole, purtroppo dimenticato, Villa Ebe ha un valore storico estremamente importante sia per quanto riguarda la sua architettura che per la posizione – situata in cima alle rampe cinquecentesche che scendono verso il mare – ed è stata spesso al centro di progetti di restauro e recupero mai concretizzatisi. Negli anni, tuttavia, ha vantato alcuni piccoli “angeli custodi”: primo fra tutti è Pasquale Della Monaco, professore di disegno e storia dell’arte, nonché artista, che è considerato da sempre il guardiano di Villa Ebe. Nei suoi pressi, in uno spazio a due piani adiacente alla struttura, Della Monaco ha aperto uno studio che ha ricevuto in fitto direttamente dalla signora Ebe – che ha conosciuto e con la quale è nata un’amicizia – frequentando questo luogo molto prima della scomparsa dell’anziana donna.
L’artista, inoltre, è stato artefice di tante iniziative culturali alle rampe Pizzofalcone, grazie al vulcano metropolitano, e ha spesso raccontato Villa Ebe cercando di trasmetterne la storia e l’arte che racchiude. Il professore, infatti, ha per diverso tempo cercato di recuperare la villa promuovendo manifestazioni internazionali come il Premio Lamont Young, inoltre si è sempre preso cura dei giardini, dal 2015 a oggi. Il Comune di Napoli, tuttavia, non ha rinnovato a Della Monaco la concessione avuta dall’allora proprietaria dello stabile, perdendo così una figura chiave che si è battuta a lungo affinché il patrimonio lasciato da Young non andasse perduto del tutto.
Dopo tanto stallo, comunque, qualcosa sembra finalmente iniziare a muoversi: lo scorso 25 febbraio, infatti, il Vicesindaco Carmine Piscopo ha firmato un’ordinanza che riguarda proprio Villa Ebe. L’Unità operativa tutela patrimonio della Polizia Municipale, il Servizio valorizzazione dei beni culturali del Comune e i Servizi Sociali della Prima Municipalità hanno effettuato alcune operazioni, tra cui lo sgombero della coppia che vi viveva ormai da tempo e che ha lasciato la villa senza opporre resistenza. «L’aggiudicazione al gruppo dei progettisti, con cui abbiamo già avuto una riunione, è già formulata. Ora sono in atto alcune verifiche. Dopo l’eventuale ok ci sarà un sopralluogo per poi adeguare la progettazione definitiva», ha dichiarato il Vicesindaco.
I vigili del fuoco hanno effettuato una prima verifica interna, dopodiché hanno messo i sigilli ai cancelli e questa volta si spera che passino soltanto poche settimane prima di procedere ai sopralluoghi necessari per la progettazione del recupero di Villa Ebe. La società che dovrebbe occuparsi dei lavori è B5 di Francesca e Ugo Brancaccio, che nel 2017 si è aggiudicata l’appalto per la ristrutturazione. Ancora una volta è la burocrazia che ha fatto sì che trascorressero quattro anni prima di poter riprendere in mano la situazione. L’assegnazione, infatti, è stata prima revocata dal Comune e poi successivamente riassegnata per decisione del TAR. I lavori a Villa Ebe non potranno comunque iniziare a breve: come primo passo si inizierà a rimuovere i rifiuti che si sono accumulati in vari punti e subito dopo sarà necessario effettuare la messa in sicurezza anche per evitare nuovi ingressi abusivi.
Palazzo San Giacomo ha come progetto quello di trasformare Villa Ebe in una casa della cultura e della musica, riportando la struttura al suo antico splendore. Purtroppo, sono tantissime le difficoltà da affrontare in quanto la villa, a seguito dell’incendio doloso del 2000, ha subito danni gravissimi che, sommati all’abbandono e all’incuria, la vedono oggi in uno stato davvero disastroso. Anche se non sarà facile riportare la villa ai suoi vecchi fasti, dopo i trascorsi per niente positivi vissuti da questo luogo magico, sembra finalmente aprirsi una piccola speranza. I riflettori sono nuovamente puntati su questo gioiello architettonico e speriamo possa presto tornare alla città e soprattutto ai suoi abitanti.