Dal 29 gennaio, presso lo spazio artistico Lineadarte Officina Creativa, in via San Paolo 31 a Napoli, è presente la mostra Ilaria Feoli – Ivan Piano: è l’ora del nostro morire, che sarà visitabile fino al 26 febbraio. La “bipersonale” è curata da Agata Petralia e si avvale di un testo critico in catalogo di Pippo Pappalardo. Ed è proprio lo storico e critico dell’arte fotografica che ci dà la sintesi della collaborazione tra i due artisti: redazione di «sette momenti poetici» e di «sette spazi visivi» tra loro intimamente connessi sia sotto il profilo del linguaggio artistico utilizzato sia sul piano emotivo.
La materializzazione del lavoro comune – una vera e propria sequenza del cammino di vita di Ilaria Feoli e Ivan Piano – si compone di tre opere dell’una e tre dell’altro e una settima in comune, che è più giusto definire composizione fotografica, unite alla silloge poetica Tremitante Chapeau (Editore Meligrana, 2020). L’esito estetico unitario è una drammatica e appassionante opera visiva: con-fusione tra testo e immagini in una scena, commenta ancora Pappalardo, dove vivono il verso e la figura: quindi, agiscono, stanno in azione, vivono dentro un’emozione.
Le note biografiche di presentazione di Ilaria Feoli e di Ivan Piano ci raccontano di tante mostre, eventi e premi. L’artista 25enne nativa di Avellino, ad esempio, ha partecipato a diverse collettive, aggiudicandosi anche dei riconoscimenti. Ne citiamo qualcuno: Woman – #spazioFotocopia (Galleria Magazzini Fotografici di Napoli, 2018); MYSELF (Galleria MicroLive di Milano, 2019); 1° posto al Premio Gianluigi Parpani Il Mondo in Tasca per Carte de Visite contemporanea o Il piacere nei libri – l’eros dagli ex libris ai libri d’artista (Lineadarte Officina Creativa, 2020). Alcuni suoi scatti, inoltre, sono stati pubblicati su Apologie Magazine (Francia), Peculiars Magazine (Belgio), CLIC-HE’ Webmagazine di Fotografia e Realtà Visuale.
Dell’articolato percorso artistico del 45enne napoletano Ivan Piano, invece, citiamo le principali mostre personali: The Sleep Of Reason Produces Monsters (2017); Premio Napoli (2016); Metamorphosis Factory; Ivan Piano (2001). Tra le mostre collettive, invece, ricordiamo: Exposición Internacional de Fotografía Estenopeica (Colombia), Photo Patagonia IV Festival Internacional de Fotografía Analógica y Procesos Alternativos (Argentina, 2019), Premio Gianluigi Parpani Il Mondo in Tasca per Carte de Visite contemporanea, 55° Biennale di Venezia. È stato pubblicato, infine, su alcune riviste quali Arte, Arte e Critica, ClickMagazine, Flash Art, Frattura Scomposta, Image Mag.
L’incontro personale con i due artisti e la visione delle opere in esposizione a Lineadarte, tuttavia, ci ha detto molto di più: una straniante ma felice sensazione di libertà creativa. Ne ritroviamo la conferma, tra l’altro, alla fine del testo poetico, quando gli autori affidano a un flusso di coscienza narrativo le domande sulla ricerca di senso dell’attività artistica e compositiva in generale – dov’è che va a finire tutto il mare che da qui non si vede? – e sulla loro esperienza in particolare: anime e vite diverse ma simili, che ci donano lo struggente racconto dei propri naufragi interiori, unendosi nel simbolo della conchiglia. È questo l’oggetto naturale e il luogo ideale che raccoglie, tra Spleen e Idéal di decadente e baudelairiana memoria, l’angoscia esistenziale sempre presente e la tensione verso la perfezione, costantemente tradita nella vita quotidiana ma orizzonte anelato nel mare della creatività: Sussurri all’Eden, una conchiglia, /s’infrange come una Rosa. /Che non ha spine./ Non sa sanguinare./ Eppure;/ Senti:/ Il suo pianto./ Come una dolce violenza,/ in costante presenza – Musa –/ nutre l’anime, ora!
In un momento storico come quello che stiamo attraversando, dominato dalla crisi pandemica che penalizza soprattutto gli operatori dell’arte e della cultura, la visione della sofferta e intensa opera dei due artisti campani, e il loro tentativo di comunicare, tra mille difficoltà, il desiderio di essere e donarsi al mondo, è un’occasione da non perdere per uscire dalle “gabbie” fisiche e mentali e per unire le nostre esistenze a quelle degli altri esseri viventi.
Lo spazio artistico Lineadarte Officina Creativa, creato e condotto da Giovanna Donnarumma e Gennaro Ippolito, ancora una volta, insomma, mostra di essere il laboratorio delle libere arti e il centro di aggregazione sociale e culturale che conosciamo da tempo. Con la mostra Ilaria Feoli – Ivan Piano: è l’ora del nostro morire, infatti, accoglie due autori che vivono la tensione presente tra l’idealità e la pratica dell’arte, connettendo l’attimo dell’espressione artistica all’eternità alla quale appartiene, al di là delle coordinate spazio-temporali storiche e culturali nelle quali riesce a rappresentarla, per poi comunicarla in una dimensione pubblica.
Scheda riassuntiva: Ilaria Feoli – Ivan Piano: è l’ora del nostro morire
Lineadarte Officina Creativa – via San Paolo 31, Napoli
dal lunedì al venerdì, dalle ore 16:00 alle 19:00
infoline: 3275849181 – 3342839785