La prima volta in cui si sente parlare di Alice nel Paese delle Meraviglie o si osserva un quadro di Salvador Dalì, si manifesta dentro di noi la possibilità di guardare il mondo partendo da una prospettiva differente. In questo gioco, durante il quale la realtà si allontana parzialmente da se stessa e dalle sue logiche, è possibile riscoprire il nuovo volto degli oggetti e degli ambienti che abbiamo sempre avuto dinanzi.
A partire da questa stessa riflessione, nasce il progetto fotografico e video Basilicata Onirica, ideato dalla fotografa e illustratrice Fabiana Belmonte, la quale ha pensato di mostrare alcuni dei luoghi più belli della sua terra, la Basilicata, con un linguaggio inedito, ispirandosi alla dimensione profonda e surreale del sogno.
Il Cappellaio Matto, dunque, esce fuori dal libro di Lewis Carroll e diventa una bellissima ragazza tra le rovine di Campomaggiore, mentre un uomo con la testa di coniglio ci fissa attentamente. Una donna dall’imponente capigliatura rosso fuoco cammina di notte dentro un fiume, vestita unicamente di ottone e malachite. Il possibile si miscela con l’illogico, il surreale abbraccia il sogno. La Basilicata, per un attimo, abbandona i suoi abiti sporchi di petrolio e supera i confini del reale, in un’unione profonda tra la Natura e le fredde pietre di luoghi dimenticati. Per ricordarci che il Paese delle Meraviglie non esiste solo nei libri di narrativa, ma è davanti a noi ogni giorno, martoriato, obliato e mutilato.
Siamo riusciti a incontrare Fabiana Belmonte per chiederle di raccontarci il suo progetto.
Iniziamo dal nome. L’idea di accostare la Basilicata al mondo onirico ci ha particolarmente colpiti. Perché la dimensione del sogno, secondo te, ha il potere di raccontare la Lucania in modo diverso?
«Credo, innanzitutto, che la mia regione sia incredibilmente bella, e per questo motivo ho sentito il desiderio e la necessità di mostrarla, discostandomi dai soliti cliché e ricercando, contemporaneamente, un linguaggio moderno, innovativo, che potesse renderla proprio come un paese delle meraviglie. In molti, prima di noi, hanno mostrato una Basilicata nuda, spoglia, nella sua bellezza naturale. Il nostro, invece, mira a essere un lavoro differente in grado di cogliere altre potenzialità di questa terra, la quale può costruire immaginari magici e surreali e raccontarsi come una favola. La scelta di esprimermi attraverso il genere della fotografia fine art, ossia senza avvalermi dell’aiuto di Photoshop per la creazione degli scenari, ha inoltre permesso a me e al mio staff di collaboratori di lavorare con cura non solo alle scenografie, ma anche ai costumi di ognuno dei personaggi.»
Quali luoghi della Basilicata avete intenzione di promuovere?
«Il nostro progetto si è posto l’obiettivo di portare all’attenzione del pubblico non solo località turistiche note, come ad esempio le Cascate di San Fele o l’Incompiuta di Venosa, ma anche e soprattutto dei luoghi meravigliosi che sono rimasti celati al grande pubblico, come i calanchi di Pisticci, le Chiese rupestri di Ripacandida o la Rabatana di Tursi. Abbiamo in mente di dar vita a quindici set in giro per la Basilicata. Il primo è stato già realizzato in una località nei pressi di Muro Lucano, dove sono presenti delle piccole cascate.»
Quali saranno gli obiettivi concreti del vostro progetto?
«Abbiamo intenzione di realizzare un book fotografico, accompagnato da un DVD, dove racconteremo il territorio attraverso le nostre foto e attraverso dei testi che spiegheranno quali sono le località inserite nel progetto e perché le abbiamo scelte. Partendo, poi, proprio dai luoghi dei set, vorremmo dar vita a delle mostre itineranti, durante le quali creare delle installazioni e mostrare tutto il lavoro che è stato svolto durante la costruzione delle scene.»
In che modo il vostro lavoro si relaziona con l’ambiente?
«La nostra idea nasce da un profondo rispetto e amore per l’ambiente, e questo si concretizza nell’uso quasi esclusivo di materiali di riciclo, al fine di tutelare nel migliore dei modi il nostro territorio, spesso vittima di soprusi e interessi nocivi.»
In che termini questo progetto potrebbe aiutarvi nel vostro futuro?
«Speriamo che l’idea di poter vivere in modo dignitoso in questa terra non si concluda con l’esperienza di Matera 2019. Vorremmo poter creare un lavoro che non ci precluda un futuro nei luoghi che amiamo.»
Da quali figure è composto il vostro staff?
«Il nostro staff è estremamente variegato, ma ricco di talenti promettenti ed estremamente complementari tra loro. Collaborano con me Luca Califano (set, costumi e gioielli), Gianni Albanese (MUA e Hair Stylist), Simone Marolda (videomaker, montaggio video), Ugo Barra (videomaker, drone, montaggio video), Vera Manco (aiuto scene, costumi, social media) e Debora Altera (aiuto scene, costumi, social media).»
In che modo è possibile aiutarvi?
«Per aiutarci a realizzare tutti gli obiettivi del progetto, è possibile versare un contributo – anche piccolo – sul sito di crowdfounding