È stata davvero grande l’emozione che abbiamo provato, a fine settembre scorso, quando siamo tornati nei locali dell’Associazione culturale WeSpace per assistere all’anteprima generale della prima edizione del Festival Internazionale delle Arti. Da ottobre 2020 a marzo 2021, con la musica, la pittura, la scultura, la fotografia e la poesia, infatti, e grazie all’accoglienza di Willy Santangelo e alla progettualità dei curatori delle varie sezioni, si svolgerà la festa delle arti che mira a restituire la preziosa identità culturale al borgo del Vasto a Chiaja, a Napoli, dove hanno vissuto l’olandese Anton Pitloo e il partenopeo Giacinto Gigante, padri della celebre corrente pittorica conosciuta come Scuola di Posillipo.
Il prossimo appuntamento sarà per sabato 17 ottobre, dalle ore 17:30 alle 21, quando si riuniranno gli interpreti dell’arte e la comunità degli amici delle sue variegate espressioni al Quartierino d’autore di Vico del Vasto a Chiaja 52 per l’anteprima performativa, poetica e teatrale del festival e per iniziare un percorso sviluppato su microeventi e cinque incontri, ognuno dedicato a una delle arti. A partire da sabato e con cadenza mensile, insomma, saranno presenti oltre cinquanta artisti noti ed emergenti, accolti nella sede della WeSpace e sulle scale e nelle piazze del quartiere.
L’intero progetto sarà condotto da cinque curatori per le cinque sezioni d’arte: Vincenzo Crosio per la Poesia e il Teatro (17 ottobre), Paolo Menduni per la Fotografia e la Videoarte (14 novembre), Dario Maiello per la Musica (12 dicembre), Antonella Nigro per la Pittura (23 gennaio) e, infine, Deborah Di Bernardo per la Scultura (19 febbraio). Si svolgeranno seminari e conferenze, esposizioni e sperimentazioni, in spazi aperti al pubblico e chiusi al traffico, per coinvolgere e riqualificare l’antico quartiere in una vetrina internazionale sulle arti e le pratiche della cultura vissute attraverso il territorio. Alla fine della rassegna, nel marzo del prossimo anno, il progetto prevede la nascita del Premio Giacinto Gigante, con l’installazione di un busto del grande pittore realizzato dal maestro scultore Domenico Sepe.
Per l’anteprima della sezione Poesia e Teatro performativo del 17 ottobre, intanto, Vincenzo Crosio, poeta e storico dei processi artistici e culturali, ha espresso – nelle note informative del suo Diario civico delle idee – lo sfondo storico e artistico da cui partono alcune linee guida dell’evento: Conoscere il passato per darne senso oggi. Il curatore si sofferma, ad esempio, su ciò che è successo nelle età passate e illumina il nostro presente, sulla musica e la tradizione Sefardita che rispecchiano secoli di “integrazione” musicale, culturale e religiosa di tre popoli, riferendosi alle tradizioni arabica musulmana e quella spagnola cristiana e, ancora, quella giudeo ispanica, proprio quelle “tre culture” che produssero filosofia, mistica, musica e poesia di altissimo livello in una convergenza straordinaria durante il Califfato di Cordova in Spagna (dal 929 al 1031), quando la lingua parlata dalla comunità sefardita era il ladino, una ricreazione linguistica tra l’arabo (il mozarabico) il castigliano e l’ebraico. E Vincenzo Crosio ringrazia Dario Maiello e la sua sensibilità per la rielaborazione artistica prodotta, che costituisce un’introduzione alla complessità dei suoi elementi musicali di carattere.
Il programma della serata del 17 ottobre, durante la quale artisti e poeti si confronteranno, tra l’altro, sulla realtà dei poeti e della poesia al tempo del cyber pensiero, è la seguente:
presentazione
– dialogo a due tra Vincenzo Crosio ed Enzo Rega
– reading poetico
– note artistiche sul Teatro dell’arte
– le ikebana sculture/poesie viventi del maestro Akamura Osaka
– perfomance di Nigel lembo
Un appuntamento da non mancare, quindi, quello di sabato prossimo alla WeSpace, dove gli incontri si svolgeranno nel rispetto delle vigenti norme di sicurezza anti-COVID. Le anteprime e il festival sono aperti a tutti, comunque, e saranno anche una risposta alle difficoltà e ai sacrifici per la crisi socio-sanitaria in atto, che mette a dura prova gli artisti, gli operatori culturali e noi tutti appassionati dell’arte, che risponderemo alla sfida dell’emergenza con la partecipazione a un grande atto vitale costituito dall’arte e dalla cultura vissuti tra la gente e per le strade della città partenopea.