Massimo Osanna sarà la prossima guida della Direzione generale Musei del MIBACT. Attuale Direttore del Parco Archeologico di Pompei, il suo operato ha significato per l’ambita meta turistica un periodo di rinascita e riscatto, «un luogo – ha dichiarato il Ministro Dario Francescini – in cui si è tornati a fare ricerca e nuovi scavi archeologici grazie al lavoro lungo e silenzioso delle tante professionalità dei beni culturali che hanno contribuito ai risultati straordinari che sono sotto gli occhi di tutti e che sono motivo di orgoglio per l’Italia».
Sotto la sua supervisione, infatti, è stato concluso il Grande Progetto Pompei avviato nel 2014. Il progetto aveva lo scopo di rafforzare l’efficacia delle azioni di tutela nell’area archeologica mediante un piano straordinario e urgente di interventi conservativi, prevenzione, manutenzione e restauro. Interventi che hanno permesso a Pompei di acquisire ancora più valore grazie ad azioni necessarie e a una gestione davvero sostanziale. Dunque, chi meglio di Osanna?
La Direzione generale Musei ha l’obiettivo di favorire la ricerca e la diffusione delle conoscenze riguardanti il patrimonio culturale italiano custodito nei musei e rappresentato nei luoghi di cultura al fine di condividerne valori e originali con il resto del mondo. Lavora poi per assicurarne l’accessibilità totale e la fruizione monitorando l’efficienza e la qualità dei servizi e fidelizzando il pubblico anche attraverso l’impiego delle nuove tecnologie e dei social media. Sostiene la nascita di reti territoriali che coinvolgano diversi attori, nell’ambito delle loro competenze, al fine di valorizzare pienamente il “museo diffuso” che caratterizza il paesaggio culturale italiano. Promuove sistemi innovativi di gestione, anche partecipata, dei musei e dei luoghi della cultura. Progetta il futuro attraverso la conservazione del patrimonio e la promozione della creatività, della qualità della vita e delle diversità culturali.
Il lavoro dell’istituto è, quindi, estremamente importante, un vero e proprio faro che guida e coordina i musei statali italiani grazie a funzioni di controllo e aiuto, nonché di elaborazione di linee guida conformi con gli standard internazionali al fine di sostenerne la crescita. Valorizza, inoltre, il patrimonio culturale statale favorendo politiche di integrazione dei beni culturali e del paesaggio anche a livello territoriale, dove coordina regioni, enti pubblici e privati e promuove la costituzione di Direzioni regionali per una gestione integrata delle attività. Offre, poi, sostegno tecnico-amministrativo a livello nazionale, incentiva accordi e iniziative culturali e facilita lo scambio di opere anche oltralpe, dettando le regole per i criteri di prestito dei singoli beni e dichiarando il rilevante interesse culturale o scientifico di mostre, manifestazioni ed esposizioni. Infine, redige e pubblica un rapporto annuale sulla gestione dei servizi museali, promuove e gestisce progetti di sensibilizzazione e campagne pubbliche di raccolta fondi.
Insomma, un compito fondamentale che fino al 28 agosto 2020 sarà ancora coordinato da Antonio Lampis, in carica dal 2017. Il suo successore, infatti, prenderà servizio soltanto il primo settembre. «Un incarico prestigioso con una forte proiezione internazionale», ha dichiarato il Ministro Franceschini. «L’esperienza e la professionalità di Osanna serviranno a rinnovare l’intero sistema museale nazionale e a traghettarlo nel futuro». Ci si augura quindi che il domani per il panorama culturale italiano possa essere davvero così roseo, visti i grandi successi portati a casa dal professore negli anni e le difficoltà riscontrate dal settore in questi mesi segnati dalla pandemia. La capacità gestionale deve sempre essere accompagnata da una profonda conoscenza del patrimonio con un pizzico di amore e sensibilità verso l’arte in generale, affinché nulla sfugga al controllo e tutto sia monitorato con attenzione.
Ma quali saranno le intenzioni del neodirettore? Lo ha dichiarato a la Repubblica, affermando che è necessario, non solo per il virus, ricorrere a più forme di collaborazione pubblico-privato, servono finanziamenti privati perché lo Stato non può reggere da solo, soprattutto ora. Per quanto riguarda il lavoro svolto all’ombra del Vesuvio, invece, ha precisato: «Non è mia intenzione abbandonare Pompei, ma anzi continuare a seguirla da un altro punto di vista e soprattutto portare l’esperienza qui maturata anche ad altre realtà: dalla manutenzione programmata raggiunta a Pompei, al ruolo fondamentale della ricerca e delle tecniche del restauro nella tutela, al confronto con i grandi musei internazionali verso i quali rapportarsi come sistema, lavorando sulla valorizzazione, la comunicazione, la tecnologia e finanche sulla contaminazione tra arte contemporanea e antico. Alla Direzione dei Musei sono chiamato a una responsabilità ancora più grande nei confronti del patrimonio culturale italiano, che cercherò di adempiere al meglio, in continuità con l’attività di Antonio Lampis, a cui auguro il meglio per il futuro».
Il nuovo direttore del Parco Archeologico – stando alle parole del Ministro Franceschini – «verrà scelto con la procedura internazionale di selezione che dal 2014 ha consentito di scegliere i migliori, esclusivamente in base al curriculum, in Italia e nel mondo, per le direzioni dei più grandi musei e parchi archeologici italiani». Sperare per Pompei un degno successore, capace di incrementare ancora i numeri dello straordinario sito vesuviano è l’auspicio per chiunque abbia a cuore questa terra e il suo inestimabile valore.