Il ventennio trascorso, cominciato con la discesa in campo del miliardario Silvio Berlusconi, al di là dei danni o dei meriti arrecati al sistema Italia, ha prodotto, come noto, un fenomeno le cui conseguenze saranno difficilmente risolvibili in tempi brevi: il berlusconismo, ovvero quel modo di interpretare la politica e la vita sociale in forme del tutto singolari e fuori da ogni etica tanto caro a una parte anche consistente del Paese.
Qualche anno dopo, come se non bastasse, l’ex Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha dato continuità al fenomeno consegnandoci il giovane Matteo Renzi, meritevole, a dire il vero, di non praticare la strada del grande circo della goduria di Stato tra olgettine e strani soggetti, ma fedele alla politica delle promesse e alle visioni celestiali di un Paese ormai fuori pericolo di recente memoria. Non a caso, l’appellativo “Renzusconi” da più parti affibbiato all’ex Sindaco di Firenze anche per lo strano inizio del suo governo, benedetto dall’ex Cavaliere e successivamente, in più fasi, sempre più occupato dalle sue truppe.
Due esponenti di una certa politica personalizzata che ha gradualmente svilito il Parlamento dei nominati, sempre meno rappresentativo del popolo, ridotto a votare la fiducia e svuotato dei suoi compiti istituzionali. Una politica personalizzata che riscuote non poca simpatia, da sempre, nei sostenitori dell’uomo forte al comando, fenomeno in crescita non solo nel nostro Paese ma anche in altre realtà d’Europa.
Dall’altra parte del mondo, intanto, da pochi giorni è al comando proprio quell’uomo forte, che tanto piace a una parte degli americani, che poche ore dopo la sua elezione ha dato concretezza alle promesse fatte in campagna elettorale spaccando ulteriormente un Paese da sempre diviso tra i valori dell’eguaglianza e un razzismo viscerale e classista purtroppo ancora troppo presente.
Il Trumpismo ha preso forma concreta in una realtà che in qualche modo vive il malcontento diffuso in questi tempi di crisi non solo economica ma di sistema che non ha risparmiato nessuno e che non troverà sbocchi alternativi se continuano a prevalere culture fondate su valori che hanno ingenerato disuguaglianze e profitto dei pochi a danno dei molti.
La politica dei muri, delle chiusure, del rifiuto dell’accoglienza e del far finta di non capire i processi che hanno ingenerato gli esodi biblici, serve ad alimentare la voglia dell’uomo forte e non a caso è stato il primo atto del super miliardario americano che ha chiuso le porte ad alcuni lasciando aperte quelle che servono non al Paese ma ai propri affari.
I muri alimenteranno il terrorismo e gli affari delle mafie che troveranno sicuramente i sistemi per renderli violabili a suon di quattrini.
I mediocri della politica italiana, e non solo, hanno materiale da utilizzare per incantare il popolo dei fan dell’uomo forte e delle politiche dell’esclusione che tanto piacciono ai nostalgici di casa nostra e in parte d’Europa, un faro dall’altra parte del mondo cui guardare ed emulare.
Occorre tornare alla Politica, quella della convivenza democratica, della tolleranza e del rigore del rispetto delle regole, una politica che crei lavoro, occupazione e garanzie per i più deboli sempre più schiacciati e dimenticati dagli incantatori di serpenti, bugiardi e in malafede al servizio dei centri di potere ormai non tanto occulti.