Con il decreto #iorestoacasa, entrato in vigore l’11 marzo allo scopo di contrastare e contenere il diffondersi del virus COVID-19, l’intero territorio nazionale è diventato zona rossa. Questo sino al prossimo 3 aprile. Le limitazioni, spiegate nello specifico sulla Gazzetta Ufficiale, hanno colpito molti settori, tra cui, ovviamente, anche la cultura: Da oggi in tutta Italia saranno chiusi cinema, teatri, concerti, musei. Una scelta necessaria e dolorosa. Ma la cultura può arrivare nelle case. Chiedo alle tv di programmare musica, teatro, cinema, arte e a tutti gli operatori culturali di usare al massimo i loro social e siti: ha twittato il Ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo Dario Franceschini.
Fino al 3 aprile, quindi, anche l’attività dei musei si fermerà o, per lo meno, verrà portata avanti a porte chiuse. Grazie alla tecnologia e all’evoluzione dell’arte che continua a stare al passo con i tempi, la chiusura dei luoghi di cultura non “spaventa” come durante l’ultimo conflitto mondiale perché oggi, più che mai, si sta facendo il possibile per mantenere viva l’attività culturale attraverso il mondo digitale. Una necessità nata dall’emergenza che sta colpendo tutti i settori e che, ovviamente, non ha graziato quello dell’arte.
Si sono registrate, infatti, cancellazioni di prenotazioni online di mostre e musei del 70%, sono stati annullati 7400 spettacoli dal vivo – con una perdita di circa 10.5 milioni di euro per i soli eventi musicali –, ma anche cali di vendite del 25% per i libri e crollo degli incassi cinematografici di circa il 75%. Proprio per questo motivo Confindustria Cultura Italia (CCI) che riunisce le associazioni dell’editoria (AIE), della musica (AFI, FIMI, PMI), del cinema, dell’audiovisivo (ANICA, APA, UNIVIDEO) e dei servizi per la valorizzazione del patrimonio culturale (AICC), ha chiesto al governo misure emergenti per sostenere l’intero settore.
Ignazio Cipolletta, Presidente CCI ha scritto: Gli effetti della diffusione del virus sulle aziende e lavoratori del settore è significativo e preoccupante. Il drastico calo di vendite di prodotti culturali, libri, musica e dvd, la cancellazione di concerti, la disdetta di mostre e visite culturali con presenze nei musei che non raggiungono il 20% di quelle normalmente registrate, l’annullamento di festival ed eventi fieristici, la chiusura delle sale cinematografiche, la sospensione delle produzioni audiovisive nazionali e internazionali e in generale il congelamento di attività o iniziative già programmate stanno generando infatti danni economici assai rilevanti su tutto il territorio nazionale, stravolgendo investimenti e sviluppo delle industrie per quest’anno e, probabilmente, anche per quelli a venire e generando una crisi di liquidità per le aziende del settore. Quella che le imprese culturali stanno affrontando ha ormai il carattere di una vera e propria calamità, al pari di quanto sta avvenendo per molte altre imprese che operano in Italia, che potrebbe produrre danni strutturali con il rischio di piegare un sistema di imprese strategico per il futuro del Paese, per la salvaguardia del suo patrimonio, la diffusione della cultura, essenziale non solo per l’economia italiana ma per la stessa qualità della vita. Va affrontata in una logica emergenziale anche questa parte della crisi che sta attraversando il sistema Italia, con interventi urgenti di contenimento dei suoi effetti a breve e medio termine.
Ma la cultura in Italia non si è arresa, anzi, l’obiettivo comune è quello di arrivare in tutte le case del Paese attraverso i canali social: su Instagram, Twitter e Facebook è stato infatti lanciato l’hashtag #museichiusimuseiaperti. Grazie a questo hashtag è possibile condividere e vedere immagini delle collezioni dei musei, racconti digitali, curiosità su luoghi e capolavori e partecipare a visite guidate. Sono tantissimi i musei e gli spazi di cultura che hanno aderito all’iniziativa. Tra questi il Museo Egizio di Torino, il Museo d’Arte Orientale di Venezia, il Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci di Milano e il Palazzo Ducale di Mantova. Allo stesso tempo, aumentano anche i musei che danno sempre più valore all’hashtag #iorestoacasa, per combattere il COVID-19, promuovendo eventi online che possano diffondere bellezza e cultura in questo terribile periodo.
Tra le tante iniziative c’è quella voluta dalle Gallerie degli Uffizi con Uffizi Decameron: ogni giorno vengono pubblicate foto, video e storie dedicate alle opere presenti nella Gallerie delle Statue e delle Pitture, in Palazzo Pitti e nel Giardino di Boboli. Il MAMbo di Bologna ha lanciato invece l’iniziativa 2 minuti di MAMbo, nuovo format di engagement digitale. A sua volta, il Peggy Guggenheim Collection di Venezia prevede percorsi interattivi e Art Quiz. A rivoluzionare la fruizione del patrimonio artistico contribuiranno anche le Gallerie Nazionali di Arte Antica a Palazzo Barberini di Roma, mentre Palazzo Bentivoglio, a seguito dello stop della mostra dedicata a Sissi, ha trasformato il suo profilo Instagram in uno spazio espositivo online. Infine, il Museo Archeologico Nazionale di Napoli ha creato un tour virtuale con le musiche del maestro Michael Nyman dove lo spettatore sarà accompagnato dal direttore Paolo Giulierini tra i capolavori ospitati.
Un cambiamento, assolutamente positivo, nella fruizione dell’arte e della cultura che, si adatta all’evolversi degli eventi e lo fa in maniera intelligente, permettendo a chiunque, seppur bloccato in casa, di poter vivere la bellezza grazie al mondo digitale.