Come ormai di consueto, alle porte del periodo natalizio, il Sindaco della città di Napoli, Luigi de Magistris, è tornato a parlare ai microfoni di Mar dei Sargassi. La scena politica nazionale tiene in fibrillazione Palazzo San Giacomo, tanti dei nostri colleghi inseguono il Primo Cittadino per conoscere gli sviluppi che riguardano il suo futuro. Le elezioni regionali della primavera 2020 sono, ormai, dietro l’angolo e la tenuta sempre più instabile del governo Conte bis impongono alle relative considerazioni tempi sempre più stretti.
C’è una costante, però, nel pensiero di Luigi de Magistris – «a meno di imprevedibili stravolgimenti, porterò a termine il mio mandato fino alla naturale scadenza nel 2021» – ed è a questa che ci siamo ispirati per le domande a cui abbiamo pensato di affidare la nostra intervista (video in basso).
La città è sempre più critica verso l’operato arancione, i servizi sono deficitari, l’incremento dei dati relativi al turismo non basta più a soddisfare la fame dei partenopei di godere di una città a livello, finalmente, europeo. In più, una nuova emergenza rifiuti, con le strade delle periferie in difficoltà per ciò che riguarda la raccolta dei materiali, spaventa la cittadinanza con il ricordo di ciò che fu prima del suo arrivo nel 2011.
Manca poco più di un anno ai saluti, tuttavia, le idee di Luigi de Magistris sembrano chiare come il primo giorno: «Non ho mollato, anzi, intervengo come un martello pneumatico su chi pensa di rilassarsi, dalla giunta alle partecipate. Il 2020 sarà l’anno in cui a Napoli avverrà l’incremento dei servizi essenziali che la città aspetta da tempo: nuovi treni, raccolta rifiuti efficiente e nuovi interventi per le periferie e il centro, come per ciò che riguarda la piantumazione degli alberi che avverrà su tutto il territorio».
In merito alla delicata situazione relativa alla nettezza urbana spiega: «La pioggia di novembre ha fatto aumentare di circa il 15% il peso dei rifiuti, rispetto allo scorso anno si è prodotto il 10% in più in relazione all’aumento dei turisti in città e le quote che ci dà la Regione Campania ogni giorno per conferire agli impianti è di circa 850-900 tonnellate, mentre noi abbiamo bisogno di 1050, 1100. Quelle 200 tonnellate, quando non si riesce a sistemarle altrove, restano a terra. Prima facevamo fronte alle difficoltà utilizzando l’ICM, poi a seguito della chiusura del termovalorizzatore di Acerra e le successive proteste – legittime – della gente del posto, abbiamo pensato di sostituire il deposito dell’umido con ingombranti, plastica e vetro, e questo aiuterà a essere più rapidi nello svuotamento delle campane. C’è bisogno di noi, ma anche dei cittadini con la differenziata, così come dei negozianti che dovrebbero munire le proprie attività di street-food con appositi cestini, aiutando così la città a far fronte alla raccolta del misto».
Luigi de Magistris tocca, poi, temi già affrontati da questa testata, il caso ILVA, la turistificazione, infine, auspicando una movimentazione visionaria per l’intero Paese, approfitta per tornare sulla vicenda Why Not e gli sviluppi che le agenzie principali d’informazione hanno omesso di divulgare: «Dopo dieci anni è fisiologico che se ne parli poco. Purtroppo è così. Mi accontento del fatto che si sia accertato in via definitiva che quelle inchieste mi furono sottratte in maniera illecita. Certo, è una magra consolazione, ma la magistratura ha confermato la correttezza del mio operato, anzi, furono altri, interni alle istituzioni, a impedirmi nuove indagini e a trasferirmi dalla Calabria perché incompatibile con quell’ambiente. Amaramente, ovviamente non per le stesse ragioni, devo dirlo: avevano ragione, io sono incompatibile con quell’ambiente».