Dopo la visione del cortometraggio Paper boat del regista e sceneggiatore Luca Esposito, che ha vinto il primo premio al Meet Film Festival e all’Asperger Film Festival, partecipando anche al Napoli Film Festival, siamo presi dal sentimento che è all’origine del cammino storico degli esseri umani sul pianeta Terra e, allo stesso tempo, della riflessione che essi fanno, da sempre, su stessi e sul mondo: la meraviglia.
In primo luogo, quella meraviglia che porta a farci domande sulla gioia di vivere e, in seconda battuta, quella che ci fa angosciare quando ci accorgiamo della drammatica differenza che esiste tra il dire, positivo e benevolo, e il fare, spesso duro e doloroso che ritroviamo nella vita societaria. Una discrepanza insopportabile che ci fa tanto soffrire ma che è costitutiva, tuttavia, dell’infanzia sia dell’individuo sia della storia dell’umanità.
L’infanzia e l’adolescenza sono protagonisti dei primi lavori cinematografici di Luca Esposito, ventiquattrenne regista napoletano, che nel suo corto Senza paura ha raccontato di un ragazzo che si trova a convivere con la paura degli attacchi terroristici, ma ritrova il senso della realtà quotidiana grazie al messaggio telefonico della sua fidanzata.
Ancora più allargata al sociale, invece, è la storia filmata in Paper boat, che si svolge nell’aula di una scuola media dove un insegnante – interpretato da Carlo Caracciolo – cerca, con un esperimento didattico semplice ma non banale, di sensibilizzare i suoi alunni sul tema dell’immigrazione, riferendosi, in particolare, a un fatto di cronaca del 2015 – accaduto nel Canale di Sicilia – che ha visto la tragica fine di più di mille persone, le quali hanno trovato la morte, cercando la vita, come rimanda la dedica finale nei titoli di coda del film.
Il comportamento e la reazione affettiva dei bambini fa riflettere noi spettatori e, soprattutto, ci fa pensare che i valori dell’empatia e della solidarietà umana, nel mondo dominato dalle protesi tecnologiche e da internet, dalla globalizzazione e dall’individualismo nei rapporti formali, non sono ancora perduti.
Dopo aver conseguito la laura all’Università degli Studi di Torino nel 2018, nel corso DAMS, il giovane Esposito ha lavorato come segretario di produzione e assistente alla regia in diverse produzioni cinematografiche e televisive, tra le quali la quarta serie di Gomorra e il film L’immortale del 2019, diretto e interpretato da Marco D’Amore, a breve in uscita nelle sale cinematografiche.
Non sorprende più di tanto, in effetti, l’abilità che mostra il giovane cineasta nel narrarci, con pochi mezzi e nel tempo filmico di sette minuti, una storia che ha una valenza sociale che non ritroviamo, purtroppo, in pellicole che si avvalgono di un budget e di risonanze mass-mediatiche di più ampia portata. Sarà per questa voglia di dare forma e spazio a un cinema dell’impegno sociale e non soltanto di intrattenimento che Luca Esposito ha realizzato nel 2019, assieme a Mattia Caiazzo, la Trivet Production, un’impresa di produzioni cinematografiche nata grazie al contributo di Resto al Sud – progetto che sostiene la nascita di attività imprenditoriali nelle regioni del Mezzogiorno – e dove collaborano giovani artisti provenienti da diverse esperienze professionali, ma tutti motivati dalla possibilità di trasformare le idee e le domande sul mondo contemporaneo in espressione artistica da proporre alla riflessione individuale e sociale.
Nelle note informative e di regia che accompagnano la presentazione di Paper boat, il regista invita il mondo degli adulti – artisti, educatori, politici ed esponenti del mondo dell’informazione – a non dimenticarsi di fare domande. Ma per farlo bisogna ritornare a osservare con gli occhi di un fanciullo – e imparare dalla sua capacità, tra gioia e paura, di meravigliarsi – attraverso il racconto, attraverso una metafora: raccontare, rielaborare, comprendere.
Questa è la mission della piccola e intraprendente casa di produzione napoletana e dei suoi giovani imprenditori e artisti. Ce ne fornisce un prezioso esempio proprio Paper boat. Il cortometraggio è visibile sulla pagina Trivet Production di Facebook e anche sul canale YouTube del Comune di Napoli. In breve, il racconto di ciò che accade nel microcosmo, narrato nello spazio denso di emozioni di un’aula scolastica e nel tempo di un mattino, rimanda al più ampio e complesso macrocosmo della Storia e della vita sociale che esiste là fuori nel mondo.