Il fiammingo Jan Fabre, classe 1958, è un artista, coreografo, regista teatrale e scenografo, una figura eccentrica e visionaria, particolarmente legata all’Italia, la cui arte viene omaggiata in questo periodo soprattutto da Napoli. L’artista espone infatti alcuni dei suoi lavori presso il Museo di Capodimonte, la Chiesa del Pio Monte della Misericordia, il Museo Madre e la galleria dello Studio Trisorio.
Nato come riserva di caccia del re Carlo, diventato poi residenza reale a partire dai Borbone fino ai Savoia, il Museo di Capodimonte dal 30 marzo al 15 settembre 2019, al costo di 12 euro, ospita Oro Rosso. Sculture d’oro e corallo, disegni di sangue, mostra curata da Stefano Causa e Blandine Gwizdala. Questa esposizione raccoglie singolari sculture in oro, disegni di sangue creati a partire dagli anni Settanta a oggi da Fabre e sculture inedite in corallo rosso realizzate proprio per l’occasione.
Il Museo di Capodimonte, che sta portando avanti così come il MANN, mostre davvero uniche e particolari, con Oro Rosso. Sculture d’oro e corallo, disegni di sangue dà via a un dialogo tutto nuovo che vede da una parte l’arte anticonformista di Fabre e dall’altro capolavori dell’arte pittorica, oggetti d’arte decorativa di epoca rinascimentale, manierista e barocca accuratamente selezionati da Stefano Causa.
Ed è proprio quest’ultimo che, a proposito dell’artista fiammingo dichiara: «Fabre racconta, in una lingua non troppo diversa, una vicenda di metamorfosi incessanti, di materiali che mutano destinazione e funzione, una storia di sangue e umori corporali, inganni e trappole del senso, pietre preziose, coralli e scarabei, usciti a pioggia dai residuati di una tomba egizia, frammenti di armature, sequenze di numeri e citazioni dalle Scritture, dentro un universo centrifugo di segni che, talvolta, diventa un sottobosco nel quale calarsi con i pennellini di uno specialista fiammingo di nature morte».
L’arte di Jan Fabre mostra perfettamente qual è la sua idea di creazione, com’è il suo rapporto con i grandi maestri del passato, mentre i disegni di sangue affondano le radici in emozioni profonde, in uno sperimentare che non si vuole arrestare, manifestando il suo pensiero e la sua anima in modo fisico e intimo. La critica d’arte Melania Rossi sul catalogo della mostra scrive: «Le dieci nuove sculture di corallo rosso che il maestro belga ha creato per la sua mostra personale al Museo di Capodimonte sembrano un tesoro proveniente dagli abissi della mente dell’artista. Concrezioni che fanno pensare a fantasiose barriere coralline assumono alcune tra le forme più care a Fabre: teschi, cuori anatomici, croci, spade e pugnali. A loro volta, poi, costellati d’immagini e segni che alludono ad altri significati e ad altre storie, in un ciclo continuo di connessioni fino a creare antichi ibridi tra natura e simbolo, nuovi idoli tra passato e futuro».
Jan Fabre ha dichiarato, invece: «Sono stato invitato tre anni fa da Sylvain Bellenger, il direttore del Museo di Capodimonte, per visitare la collezione del museo. Sono rimasto incantato dalla scuola napoletana, dai simboli che si trovano in quei quadri fantastici, tutti rappresentati con del corallo rosso. Per esempio il Sacro Cuore sanguinante, l’eruzione del Vesuvio, il fuoco nel cervello, i segni di fertilità… Mi hanno ispirato nella creazione di dieci nuovi lavori con l’oro rosso di Napoli». Un’occasione speciale, dunque, per visitare una mostra unica nel suo genere dedicata proprio all’arte e alla cultura della grande città partenopea.