La mafia uccide, ma anche il silenzio non è da meno. Dieci anni sembrano passare in fretta, come un soffio di vento. Il 26 maggio del 2009 un giovane suonatore di fisarmonica rumeno, Petru Birladeanu, veniva ucciso presso la stazione della Cumana di Montesanto, centrale quartiere di Napoli. Una delle solite faide tra clan per il controllo del territorio: otto persone su quattro scooter e proiettili esplosi che ammazzavano Petru e ferivano un ragazzo di quattordici anni.
Oggi, la fisarmonica del musicista scomparso è custodita nella stazione che lo ha visto morire, un simbolo che in qualche modo vuole ricordare quanto sia grande l’ingiustizia subita dagli innocenti per mano dei malavitosi e, allo stesso tempo, uno strumento che vuole diventare uno stimolo alla forza e al coraggio verso un impegno quotidiano contro le mafie che deve coinvolgere ciascuno di noi.
A un decennio da quel maledetto maggio, allora, non si può stare in silenzio, è importante far sentire la propria voce. Per questo, giovedì 18 luglio alle ore 10:00 la fisarmonica di Petru Birladeanu sarà ricollocata al centro della stazione, in quello che ne può essere considerato il cuore pulsante, un luogo dove ogni giorno si incontrano migliaia di cittadini affinché tutti possano vederla e quindi ricordare.
L’evento La fisarmonica di Petru torna a suonare è organizzato dal Presidio di Libera Vomero-Arenella in collaborazione con il Presidio Libera Napoli – Centro storico. Entrambi i presidi perseguono le stesse finalità di Libera Associazioni, nomi e numeri contro le mafie, una rete di associazioni, cooperative sociali, movimenti, gruppi, scuole, sindacati, diocesi, parrocchie, gruppi scout che si impegna nella diffusione della giustizia sociale, contrastando le mafie e la corruzione. Alla manifestazione parteciperanno anche alcuni dipendenti dell’EAV tra cui, come ogni anno, Emilio Vittozzi, che leggerà alcuni versi dedicati all’artista rumeno.
È importante portare all’attenzione della municipalità, ma anche dei cittadini tutti, la volontà di promuovere la cultura della legalità, così come il tema dei beni confiscati, commemorando le vittime innocenti della criminalità organizzata. Partecipare all’inaugurazione della teca dedicata a Petru, quindi, è un modo genuino per denunciare la malavita, un modo per parlarne ancora, per dimostrare che nonostante gli anni, il ricordo è sempre vivo, così come la voglia di vincere l’omertà. Perché la mafia uccide, il silenzio pure.