Santa Maria de Montserrat, nella comunità spagnola della Catalogna, è un monastero benedettino che comprende la basilica, riservata ai monaci, alcuni edifici destinati ai pellegrini e ai visitatori, e infine sentieri e stradine immerse nella natura che conducono verso il cielo. Proprio in queste vie immerse nel verde, è possibile incontrare i Cairin, piccoli omini realizzati con dei sassi posti uno sopra l’altro che diventano vere e proprie statuette che decorano il paesaggio. Nella strada che conduce verso il belvedere, sulla parte più alta e visitabile della montagna, ve ne sono diversi, dalle forme e dimensioni più svariate. Rappresentano il rapporto che lega l’uomo alla terra e vengono considerati come dei segnavia o, ancora, come un punto di arrivo. Tuttavia, in luoghi sacri come questo, simboleggiano le preghiere e i voti che i pellegrini esprimono una volta percorsa la strada.
Situato sulla montagna di Montserrat, il monastero, poco fuori la città di Barcellona, è perfettamente incastonato nella roccia. Un luogo dove la natura, dalle forme più incredibili, si unisce alla spiritualità del posto, che accoglie ogni anno tantissimi fedeli, e alla cultura, con la sua arte e le sue leggende. Le formazioni geologiche incantano lo sguardo: la montagna assume aspetti diversi che racchiudono in un dolce abbraccio i vari sentieri che portano verso l’alto, con la percezione che il cielo sia più vicino. Il monastero è stato costruito, su progetto dell’abate Bartomeu Garriga, nel 1560, anche se la sua consacrazione è avvenuta soltanto nel 1592. Lo scopo era quello di sostituire la vecchia chiesa romanica divenuta inadatta ad accogliere i sempre più numerosi visitatori.
Lo stile dell’edificio è una transazione fra gotico e Rinascimento, per questo ha acquisito un’incredibile importanza soprattutto per la sua monumentalità. Nel 1811 è stata incendiato dalle truppe napoleoniche e distrutto completamente l’anno successivo. La sua ricostruzione, che possiamo ammirare ancora oggi, è merito dell’architetto Francisco de Paula del Villar Lozano che ha adottato stili medievaleggianti, qualificati dallo stesso Villar come neobizantini. Particolarità della chiesa è la facciata, ispirata al plateresco spagnolo, corrente artistica che rappresentò proprio il passaggio tra il gotico e il Rinascimento. Nella decorazione sono presenti delle sculture di Gesù e dei dodici apostoli, opere di Agapit Val Imitjiana.
La basilica di Montserrat, ricostruita nel XIX secolo, custodisce quella che viene chiamata la Moreneta, la santa immagine della Vergine di Montserrat che prende questo nome per via del colore scuro della sua pelle. Si tratta di una scultura lignea romanica policromata e dorata, risalente al XII secolo, che comprende la figura della santa seduta con Gesù in grembo. Nella mano destra stringe il globo dell’universo, mentre con la sinistra protegge il piccolo. Per raggiungere la statua della Vergine, posta nella stanza al di sopra dell’altare maggiore, è necessario attraversare un portale in alabastro scolpito con alcune scene della Bibbia.
La leggenda legata alla scultura vuole che la prima immagine della Vergine di Montserrat, chiamata in catalano La Mare de Déu de Montserrat, è stata ritrovata da alcuni bambini all’interno di una grotta, dopo aver scorto una luce sulla montagna. Il vescovo, dopo il ritrovamento, avrebbe voluto portare altrove la statua, ma per via del peso gli fu impossibile, un impedimento interpretato come il desiderio della Vergine di restare nei pressi del luogo nel quale poi fu costruito proprio il santuario.
Montserrat accoglie anche un museo diviso in tre sezioni: quella preistorica, quella dell’Oriente biblico e la Pinacoteca che conserva opere incredibili di Picasso, El Greco e Dalí, ma anche un tardo capolavoro del Caravaggio, il San Girolamo in meditazione. Nella sua posa assorta, la figura del santo sembra vagare oltre il contingente.
Anche il monastero sembra un luogo lontano dal mondo terreno. L’unico modo per arrivarci, infatti, è prendere la funivia, pochi minuti sospesi nel vuoto dove il breve viaggio sembra portar via qualsiasi pensiero stimolando un profondo senso di devozione misto a curiosità verso quello che si prospetta come un luogo fermo nel tempo e nella roccia assolutamente da scoprire: il complesso di Montserrat.
Fotografie di Francesca Testa©