Leggere la rassegna stampa quotidiana, con il rischio di imbattersi nell’onnipresente Salvini impegnato a baciare rosari e madonne, fedele a un copione curato dai guru Morisi e Paganella e una squadra di giovani tutti in qualche modo inseriti e remunerati tra Viminale e segreterie particolari, o nello sconfitto Di Maio, felice dei suoi 44849 SI ottenuti sulla piattaforma Rousseau contro i 6 milioni di NO di appena una settimana fa, votazione che ha visto opporsi persino Roberto Fico che ha ritenuto inutile non solo la consultazione ma anche le auspicate dimissioni del leader del MoVimento – cosa da vecchia politica (sic!) –, e trovare una notizia positiva auspicata da tanto fa piacere per affrontare un lunedì mattina carico di sole e tante nubi sul panorama politico.
La notizia è di quelle apparentemente di interesse locale, tuttavia potrebbe configurare scenari ben più ampi: il Sindaco di Napoli Luigi de Magistris, infatti, potrebbe non essere direttamente interessato alla presidenza della Regione Campania in una prospettiva di candidatura al Parlamento e questa, per chi scrive, è una buona nuova, avendo da tempo espresso il parere sull’utilità di un impegno a lui più consono e strategicamente più utile alla crescita di un progetto nazionale che l’attuale movimento DemA non riesce a esprimere, stretto nella morsa di alleanze, seppur necessarie, contributi e ammiccamenti vari che hanno fatto il loro tempo, come confermato anche dai fallimenti elettorali recenti di gruppi che, nonostante tutto, continuano a pretendere di contare.
In termini di prossime elezioni, comunque, è apparsa chiara l’impossibilità di un dialogo con il Partito Democratico per aprire un confronto, stante l’odierna fase rivoluzionaria del neo Segretario Zingaretti che sembra voler puntare ancora una volta sull’attuale Presidente De Luca, consegnando così la Regione ai 5 Stelle o alla Lega con il contributo della Meloni e Forza Italia. Altra ipotesi, che appare alquanto campata in aria, invece, vedrebbe il leader del PD offrire un posto tra i suoi all’ex pm per contrastare un’eventuale lista autonoma del Governatore. D’altronde, in politica mai dire mai, anche le ipotesi più sballate possono concretizzarsi.
La notizia cui si accennava, però, riguarda uno sguardo rivolto al mondo dei Cinque Stelle per la formazione di una lista civica per sconfiggere il deludente De Luca – inviso anche a gran parte dei piddini – inserendo un rappresentante di DemA in Consiglio Regionale, favorendo quindi la candidatura al Parlamento di Luigi de Magistris e, non ultimo, una possibile candidatura dell’attuale Presidente della Camera alla poltrona di Palazzo San Giacomo.
Solo ipotesi, certo, nei fatti da discutere con chi conta nel MoVimento, che sia in Campania che a Napoli costituisce il primo partito, ma di cui in entrambe le istituzioni gli attuali esponenti non sembrano avere alcun ruolo decisionale se non l’apparire saltuariamente con comunicati di fuoco contro il Primo Cittadino e il Presidente della Regione. Eventuali intese, quindi, sono da concordare con il confermato capo politico dei pentastellati e con Roberto Fico che oggi sembra avere, in particolare in città, un significativo numero di consensi.
In quanto a comunicati o dichiarazioni roventi in tempi non molto lontani dall’attribuzione della terza carica dello Stato a Fico, aiutato dalla mia memoria non ancora vittima della patologia tutta italiana e in particolar modo napoletana, ricordo che lo stesso personaggio più volte ha avuto parole sprezzanti all’indirizzo del Sindaco, giustificabili forse con un’acredine dovuta ai vari fallimenti dei tentativi elettorali sia per la Presidenza della Regione nel 2010 – dove ottenne 1.35% – che per la poltrona di Sindaco di Napoli nel 2011 con l’1.38%. Ma si sa che in politica qualsiasi contrasto può tramutarsi in accordo per reciproca convenienza.
Bisognerà, quindi, attendere gli sviluppi degli incontri in corso che non ho difficoltà a immaginare complicati e a più voci, troppe per una discussione che esige pacatezza, serietà, ragionevolezza e un minimo di capacità di visione politica che dovrebbe portare ad accordi duraturi, almeno validi fino al prossimo anno. Cosa che rischia di essere un grosso problema, in presenza di una coalizione come i 5 Stelle non strutturata e di provata fedeltà al contrario di tutto, quindi, di scarsa affidabilità.
Questa contrattazione sarà dunque pane per i denti della politica mediocre e pettegola, del chiacchiericcio inutile ben rappresentato nei tempi che viviamo, ma materiale utile per i pochi consapevoli assertori di una politica fatta, invece, di dialogo e visione comune di progetti, di temi da troppo tempo oggetto di discussione ma lontani da una soluzione che favorisca il lavoro e soprattutto programmi atti a evitare le continue chiusure di aziende e i conseguenti licenziamenti interessanti le migliaia di famiglie che vivono lo spettro della perdita di un impiego e per le quali nessun reddito di cittadinanza potrà mai sostituirsi ai disastri in corso, in particolare nella nostra regione e in tutto il Sud Italia.
Occorre, allora, da parte di tutte le forze politiche porre un argine al dilagante, inutile e dannoso populismo, alla continua campagna elettorale fatta di ridicoli gesti per i soliti idioti, togliendo il consenso a chi continua a costruire la propria fortuna sull’ipocrisia, sulle promesse impossibili, sull’odio e sull’abuso di potere che ha raggiunto punte intollerabili e preoccupanti nel silenzio di chi dovrebbe intervenire per il ruolo che la Costituzione gli attribuisce.
Leggo le cronache quotidiane che affermano di riferire sulla politica così come si presenta in Città ed in Regione.
Credo che viviamo un grande equivoco. Se un allenatore di qualsiasi sport parla di campagna acquisti o della formazione da mettere in campo è più che evidente che parla di argomenti che non sono la partita in sé. Non fa la cronaca della partita né c’è la partita ed il risultato. Cioè non si vede il gesto sportivo, la gara.
Immaginiamo di essere al tempo di Berruti. Una cosa è ascoltarlo, altra cosa è vedere la gara dei 200 metri.
Ed ora veniamo a noi. Leggo di soggetti che aspirano a diventare Sindaci, Presidenti. Leggo di alleanze tra uno ed un altro personaggio, di promesse, di progetti per collocarsi da qualche parte come se si giocasse ai quattro cantoni.
Nessun rendiconto di ciò che è stato realizzato. Nessun programma. Nessuna lettura della realtà, etc. etc. E poi nomi improbabili, senza storia. Persone animate da presunzione, da complesso di onnipotenza, etc. Le candidature a Sindaco si moltiplicano. Ed i quotidiani alimentano la chiacchiera. Fecero il deserto e la chiamarono pace. Ricordi? Fanno pettegolezzi e la chiamano politica. Che tristezza! Se facciamo politica potremmo candidarci noi, tu ed io a Sindaco o ad altro? Puntiamo alla Presidenza…