Il recente triste episodio del bus incendiato dall’autista con ben 51 bambini a bordo e la coraggiosa richiesta di aiuto di due di questi ha offerto l’occasione a rappresentanti del governo e dell’opposizione di riaffermare la pochezza, l’arroganza, l’ipocrisia e l’immancabile mediocrità di una classe politica che fa a gara per mostrare la sua parte peggiore supportata, ancora una volta, da quella fetta di elettorato responsabile di questo indegno spettacolo anche nei confronti di adolescenti.
Vuole lo Ius Soli? Si facesse eleggere per cambiare la legge: questo il messaggio del Vicepresidente del Consiglio e Ministro dell’Interno Matteo Salvini a un ragazzino di 13 anni, anche se il giorno seguente ha cercato di correggere il tiro per annunciare, in queste ore, la concessione della cittadinanza. Non contento, il suo alleato autore del capolavoro politico della recente storia repubblicana, Luigi Di Maio, ha ricordato che l’argomento non è nel contratto di governo, con grande soddisfazione dei vari Gasparri e Meloni in attesa del figliuol prodigo per tornare al comando di una nave già tristemente affondata dall’allegra compagnia del Bagaglino.
Si è distinto, invece, il nuovo Segretario del Partito Democratico che si è precipitato a inviare una lettera al quotidiano La Repubblica per affermare la necessità di affrontare il tema sulla cittadinanza ai bambini figli di stranieri nati in Italia. Chiariamo, non è lo Zingaretti-Montalbano l’autore della lettera, ma proprio l’originale, quello del PD smemorato che non ricorda che ad affossare il provvedimento a fine dicembre del 2017 furono anche le assenze non casuali di trenta parlamentari che fecero saltare il numero legale della seduta. Un vero capolavoro di ipocrisia.
Al contrario, una lezione all’arroganza, all’ipocrisia e alla stupidaggine l’ha impartita con estrema semplicità il giovane Ramy, ricordando che sarebbe giusto riconoscere il diritto non soltanto a lui ma anche ai suoi fratelli e compagni. Il povero ragazzino, tuttavia, dovrà accontentarsi del passaggio televisivo, dell’abbraccio con i carabinieri e del conferimento che il Ministro Salvini gli farà in segno di ringraziamento per il suo coraggio ma, soprattutto, per non farsi scavalcare dall’altro Vicepremier, oggi, contrariamente ad appena un anno fa, disponibile a discutere lo Ius Soli anche se, ha tenuto a precisare, non è previsto nel contratto. Quindi, una cittadinanza per concessione e non per diritto.
Tutto resta immutato nel copione di un film che ancora non ha scritto il finale, seppur noto e prevedibile. Un epilogo, come la trama, redatto dall’uomo più amato da chi li ha detestati per oltre un ventennio con la complicità inconsapevole o, peggio, con la stupidità e l’incapacità di comprendere la rapina, colpo su colpo, dei consensi elettorali da parte della forza politica autrice della grande truffa a danno dello Stato. Tutto immutato anche nel silenzio di un’inesistente sinistra che riemerge in frammenti sparsi, continuando a litigare e a bearsi di percentuali insignificanti che non servono a nulla, mentre chi ha in mente di porsi come autentica forza alternativa farebbe bene a smarcarsi e a non partecipare a risse di pollaio e inutili cervellotici progetti.
La destra, invece, sa bene ciò che vuole: il potere a tutti i costi. Quindi, perfetto il governo con i 5 Stelle. Perfetto con Berlusconi, Meloni e compagni nei Comuni e nelle Regioni, quando necessario, con il gradimento di CasaPound.
Questo è ciò che l’elettorato ha espresso nel marzo di un anno fa e confermato nelle recenti competizioni elettorali regionali, compreso un altro pezzo di Sud che ha messo anch’esso in vendita memoria e dignità. Un Mezzogiorno sul quale per decenni hanno campato pseudo-meridionalisti, politici incapaci e disonesti creando le premesse per qualunquisti, populisti e opportunisti affascinati ieri dal berlusconismo, poi dal renzismo e oggi dal salvinismo. Ed è noto come è tristemente finito con un altro celebre -ismo.