Chi il 20 agosto 2018 è passato davanti al Parlamento svedese avrà notato che, seduta al di fuori dei suoi cancelli, vi era una ragazzina con in mano un cartello. La giovane in questione è Greta Thunberg, un’adolescente di quindici anni affetta da sindrome d’Asperger che, a partire da quel giorno d’estate, per tre settimane ha saltato la scuola con il fine di protestare a favore di una questione che le è particolarmente a cuore: il riscaldamento globale. Sul manifesto che la ragazza ha sempre portato con sé, infatti, si poteva leggere Sciopero della scuole per il clima, una protesta nata per mettere davanti agli occhi dei potenti la necessità urgente di fare qualcosa arginare i cambiamenti climatici, affinché la sua generazione possa avere ancora un pianeta su cui vivere.
Grazie ai social, in particolare Instagram e Twitter, la quindicenne ha diffuso la sua storia, facendola ben presto diventare virale. L’8 settembre, inoltre, ha annunciato che sciopererà ogni venerdì a venire finché il governo svedese non preparerà un piano che faccia sì che l’aumento della temperatura globale rispetto ai valori dell’era preindustriale sia di meno 2 gradi centigradi. L’azione di Greta da locale si è quindi fatta mondiale, diffondendosi non solo in Europa, ma anche in Australia e America. Il suo esempio, infatti, è stato seguito da molti altri giovani e non solo che, proprio come lei, hanno deciso di interrompere qualsiasi attività durante il quinto giorno della settimana per pretendere un intervento contro l’innalzamento delle temperature che sta interessando e distruggendo il nostro pianeta, dando inizio a quelli che oggi vengono conosciuti come Fridays for Future.
Non è un segreto che il cambiamento climatico sia uno dei problemi chiave del secolo attuale. Gli scienziati stanno da tempo sottolineando come le temperature globali stiano subendo una crescita spaventosa e non hanno nascosto le gravi conseguenze di questo incremento, che comprendono ondate di calore, inondazioni, siccità e frane, ma anche lo scioglimento dei ghiacciai e l’innalzamento dei mari. È, tra l’altro, ben noto che questi eventi possono arrecare numerosi danni alle attività umane, come l’agricoltura, ma anche sul mondo animale, in cui diverse specie rischiano di estinguersi a causa della scomparsa dei loro habitat. Gli studiosi sono stati molto chiari nel dire che i principali colpevoli di questo eccessivo global warming sono le attività antropiche e che il genere umano deve intervenire tempestivamente su quanto sta accadendo o sarà troppo tardi.
Ben consapevoli di ciò, Greta e i suoi compagni sono pronti a mobilitarsi affinché ci sia una vera inversione di tendenza. Coloro che aderiscono ai Fridays for Future non vogliono altro che tutti i Paesi del mondo, in particolare quelli industrializzati, mantengano la promessa fatta durante gli Accordi di Parigi del 2015, quando circa 200 nazioni si sono impegnate a contenere il surriscaldamento globale a non più di 1.5 gradi centigradi. Essi, per di più, non ritengono abbastanza rigidi gli accordi presi da questi Paesi durante la recente COP24 svoltasi a Katowice, in Polonia: secondo Greenpeace, infatti, la conferenza si è conclusa senza nessun chiaro impegno a migliorare le azioni da intraprendere contro i cambiamenti climatici, cioè non è stato raggiunto alcun impegno collettivo chiaro per migliorare gli obiettivi di azione sul clima, i cosiddetti Nationally Determined Contributions (Ndc).
Our house is on fire, ci informa Greta, e per questo c’è bisogno che ognuno di noi si impegni a spegnerne le fiamme. L’adolescente, con consapevolezza, determinazione e audacia, sta lottando contro i potenti per costringerli a sostituire le loro parole con atti concreti. Questi ragazzi, insomma, ci dimostrano che la gioventù odierna non è passiva come sembra e che sa bene cosa vuole: che il pianeta dove la ospita continui a poter essere abitato senza che venga sommerso dai mari e che uragani e alluvioni siano all’ordine del giorno.