Anche queste settimane che precedono il Natale hanno registrato il super presenzialismo del Ministro dell’Interno non per fatti strettamente legati al suo Ministero, quale ad esempio, l’invio di uomini più volte promesso per un maggiore controllo del territorio della città di Napoli, bensì per il redarguire quegli insegnanti che tengono Gesù bambino fuori dalla porta della classe, dimostrando di non essere buoni educatori e, come se non bastasse, per un attacco al settimanale Famiglia Cristiana definito giornale di estrema sinistra. A questo punto una solenne risata sarebbe d’obbligo, ma alle barzellette non c’è mai fine. Il deputato della Lega, il Senatore Pepe, infatti, nell’aula parlamentare ha affermato testualmente: «Spero che il Presidente del Brasile assicuri Sofri alle patrie galere». Ancora peggio, dai banchi della maggioranza un fragoroso applauso ha ignorato che non si tratta di Sofri ma di Battisti. E noi che pensavamo di aver raggiunto il massimo con Silvio Berlusconi il quale, alla presenza dei maggiori Capi di Stato, parlando della fondazione di Roma, citò Romolo e… Remolo.
Barzellette tragicamente vere e tristemente recitate per riaffermare, nel caso del Ministro Salvini, quei principi ipocriti di religiosità formale e penosamente calpestata nella sostanza con provvedimenti e atti che fuori dalla porta pongono il Gesù bambino non in creta o in plastica ma in carne e ossa, con intere famiglie messe sulla strada. Il presepe è simbolo di accoglienza e multiculturalità e qualcuno dovrà pur spiegarlo al Vicepresidente del Consiglio leghista e ai suoi seguaci: finché si fa confusione tra Sofri e Battisti ricevendo anche applausi, passi pure, ma confondere i simboli religiosi come passaporti per l’odio e l’intolleranza denota non distrazione, piuttosto ignoranza dei valori più elementari di quel credo in cui i termini esclusione, xenofobia e razzismo non sono di casa.
Dopo la corona del rosario agitata in un comizio, ecco la difesa del presepe non quale elemento di preghiera ma come sottolineatura delle differenze in nome di un cristianesimo di tradizione che nulla ha a che fare con l’autenticità evangelica che è esattamente il contrario. Aver avuto la capacità di seminare odio nel Paese, non solo nei confronti di migranti e nomadi ma da qualche decennio anche nei confronti dei popoli del Sud, e poi agitare corone e natività è azione ipocrita e squallida che, purtroppo, anche inconsapevoli e ignari pastori di questi territori, pur frequentando luoghi di culto e dichiarandosi cattolici, hanno contribuito ad alimentare.
Il tema dell’incoerenza dei cristiani, sfacciatamente evidenziatosi negli ultimi decenni in Europa e in particolare in Italia, è stato più volte sottolineato da Papa Bergoglio che lo ha bollato come tra i peggiori peccati della Chiesa. La difesa esasperata di simboli e tradizioni come strumento di demarcazione delle differenze è la filosofia, il cuore di quei sentimenti che una parte della politica ha fatto propri per imporsi nel Paese, come avvenuto in epoca non lontana da ricordare come uno dei momenti più tragici della nostra storia e non solo, eppure sembra non sia bastata.
Ma cosa sta accadendo se a pronunciare la frase «Il settimanale Famiglia Cristiana giornale di estrema sinistra» è un Ministro della Repubblica che occupa un settore strategico e delicato come quello dell’Interno? Oppure, pochi giorni fa, «Ringrazio le forze dell’ordine che, quando c’è la Lega in piazza, sono tranquille, sono disarmate, sono sorridenti e sono con noi, non per controllarci ma per sostenerci»? Se le parole hanno ancora un peso, e quelle di un rappresentante delle istituzioni con responsabilità di governo ancora di più, quelle qui riportate sono di una gravità che in qualunque altro Stato avrebbe provocato ripercussioni e sdegno, ma che nella nostra povera Italia costituisce un’ulteriore medaglia al valore da appiccicare sul petto perché abbiamo tragicamente smarrito i valori umani e in primis quello della dignità, la propria e, peggio, quella che con certosina cattiveria, a volte anche inconsapevolmente, si toglie agli altri.
I colleghi del settimanale cattolico, ai quali va la nostra solidarietà – che sappiamo non essere stati scalfiti per niente dalle imprecazioni del Ministro –, hanno consigliato allo stesso di leggere attentamente il suo decreto sicurezza (?), mentre noi prendiamo atto con stupore, ma anche con preoccupazione, che le forze dell’ordine sostengono e sono con la Lega, come ha affermato il Vicepremier Salvini nel silenzio e nell’accettazione ormai passiva di qualsiasi cosa dei rappresentanti del nuovo, in salsa della solita politica mediocre che ancora attanaglia e mortifica la nostra amata Italia.
Nulla da eccepire!
Va bene la campagna elettorale continua, ma a volte la propaganda del ministro dell’interno, sembra tendente a “conquistare” tutto, anche il soglio pontificio. A questo punto, non più Salvini premier, ma Salvini papa!