Quando Luigi de Magistris stringe la bandana arancione, non ce n’è per nessuno. Napoli, con il suo comandante in testa al corteo ribelle, vince la propria battaglia presso la Corte dei Conti, che sblocca le casse del capoluogo campano, permettendo, così, quelle spese necessarie al rilancio del Comune partenopeo.
Sospeso il blocco delle finanze, dunque, Palazzo San Giacomo tira un sospiro di sollievo, quelle manovre annunciate dalle invettive del Primo Cittadino potranno, presto, tramutarsi in realtà. I provvedimenti riguarderanno, principalmente, un piano assunzioni e lo stanziamento di fondi per i ticket mensa. La Giunta, una volta approvata la manovra di bilancio, la sottoporrà all’attenzione del prossimo Consiglio Comunale: «La decisione di ieri della Corte dei Conti ci apre a uno scenario molto più luminoso e ci consente di liberare risorse che ci avevano costretto a tenere vincolate in modo assolutamente ingiusto e antigiuridico. Sono molto soddisfatto. Finanzieremo i servizi che sono più sofferenti in città quali i trasporti, le infrastrutture e i temi delle fragilità».
Grande entusiasmo, dunque, per il magistrato e la sua squadra, anche se le acque in cui naviga il movimento arancione non sono delle più quiete e questa bella vittoria dell’avvocatura napoletana – a cui il Sindaco ha voluto rendere merito – potrebbe non bastare a calmare le onde che tengono in precario equilibrio la sua popolarità tra la gente. Che l’elettorato di DemA abbia sempre vissuto una sorta di simbiosi con il proprio leader, infatti, è sotto gli occhi di chiunque, soprattutto dei suoi avversari politici, che di un tale affiatamento e senso di complicità tra cittadini e istituzioni non avevano mai avuto prova. Tuttavia, nonostante il riscetamento tanto auspicato da de Magistris abbia portato evidentemente a dei frutti importanti, l’empatia di una fetta di questo plebiscito è sfumata a favore dell’insofferenza. Sentimento, quest’ultimo, certamente alimentato dai detrattori, ma generato dalle condizioni precarie dei servizi fondamentali della città, spesso deficitari, e, soprattutto, dalla condizione drammatica delle periferie.
Siamo pronti a scommetterci, chiunque – in buona fede o meno – approfitterà della nuova condizione del Comune per attaccare il Primo Cittadino con maggiore livore. Ogni opera incompiuta, ogni strada lasciata sgombra di autobus, ogni buca non prontamente coperta di nuovo asfalto, produrrà attacchi ancora più feroci verso il Sindaco che non avrà, a loro dire, più lo scudo del debito ingiusto a pararlo da ogni offensiva. Il debito, a ogni modo, resta dov’è, lo scontro non è giunto al termine e proseguirà nei mesi a venire.
Certo, tempo per riparare alle necessità di una città ormai sempre gonfia di turisti, chiacchierata in ogni angolo del globo per le proprie bellezze e per l’accoglienza dimostrata dalla sua gente, non ne resterà molto. Luigi de Magistris lo sa, e la vigilia delle prossime elezioni europee e – in seguito – regionali non dovrà distrarlo. DemA ha bisogno del suo carisma tanto quanto il capoluogo campano chiede di ritrovare l’entusiasmo del proprio Sindaco, e lo sblocco previsto dalla Corte dei Conti potrebbe rinvigorirne la grinta.
La bandana arancione è ormai stretta sul capo e le dichiarazioni rilasciate ai cronisti dimostrano che il nodo, stavolta, è stretto più forte: «Ci avevano messo in un angolo e non solo abbiamo resistito ma abbiamo dimostrato che Napoli è in grado di contrattaccare su temi della giustizia e dei diritti». Non basta. Rilancia, de Magistris, l’idea di una città, quella partenopea, a capo di una coalizione del Sud, dei sindaci dimenticati dal Governo centrale, dando lustro a quell’idea che lo vedrebbe impegnato in un fronte popolare democratico pronto a dare battaglia alle forze attuali che siedono in Parlamento e soffocano diritti e democrazia: «Napoli sarà ancora una volta in prima linea nelle lotte che interessano tanti Comuni. Napoli si sta caricando il peso di tante ingiustizie per realizzare diritti anche per altri enti locali che magari non hanno la stessa forza e squadra».
Questo giornale lo ha scritto fin dal suo primo articolo. Napoli ha il dovere di proporsi partito politico a sé stante e la forza per sostenerlo. La città è spinta da un senso d’appartenenza intelligente, non cieco come invece quello sovranista, ed è momento di sfruttarne l’impeto positivamente. L’unico che può guidare quest’affascinante progetto è il Sindaco de Magistris ed è tempo di darne dimostrazione.