Prima crepa nella maggioranza di governo, prima caduta per l’esecutivo Lega-5 Stelle su uno dei temi più caldi degli ultimi mesi: il Decreto Genova. I senatori Gregorio De Falco e Paola Nugnes, infatti, hanno messo il bastone tra le ruote al provvedimento per il capoluogo ligure nel quale sono compresi i condoni edilizi previsti per l’isola di Ischia. I due dissidenti non hanno chinato la testa di fronte alla prepotenza grillina, chiedendo nient’altro che coerenza nei confronti dell’impegno preso con gli elettori.
Peccato, però, che l’uniformità delle azioni successive alle elezioni del 4 marzo, rispetto alle promesse effettuate in campagna elettorale, non si sia dimostrata una prerogativa di Luigi Di Maio e compagni, che tutto hanno rinnegato, mossi dai fili tenuti dal leader leghista Matteo Salvini, tradendo chiunque abbia offerto fiducia al MoVimento, dai piemontesi NO TAV ai salentini della zona tarantina o afflitti dai lavori del gasdotto TAP, passando per ciascuno abbia chiesto soltanto un drastico cambio di rotta rispetto al fare arrogante e truffaldino della politica italiana degli ultimi vent’anni. Il grido onestà si è, di fatto, rivolto contro i suoi stessi promotori, dimostratisi prontamente a loro agio sulle poltrone che contano del Paese.
Nei pochi mesi di lavoro alle Camere, Lega e 5 Stelle altro non hanno fatto che occupare ogni scranno dirigenziale, dalla RAI alle commissioni, nulla è sfuggito alla totalitarizzazione del binomio giallo-verde. Come se non bastasse, i primi provvedimenti emanati in tema difesa, economia e grandi opere vanno in direzione contraria rispetto a quanto promosso dai seguaci di Beppe Grillo e sempre a favore di Matteo Salvini, che ha infatti raddoppiato i consensi tra gli italiani affascinati dal pugno duro della camicia verde che sfida persino il suo stesso Stato. L’ultima vergogna, però, quella – appunto – legata al condono edilizio concesso all’isola di Ischia, incluso nel Decreto Genova, è stato rinviata a revisione proprio grazie al no del celebre autore del vada a bordo, cazzo!, gridato al Comandante della nave Concordia, Francesco Schettino, nella tragedia dell’isola del Giglio.
Oggi come allora, e per gli stessi motivi che l’hanno reso un eroe a livello nazionale, Gregorio De Falco si è detto coerente ai propri principi, in linea con il giuramento effettuato sulla Costituzione, quella Carta che non ha voluto umiliare con il suo voto a scapito della terra campana. Dopo le frizioni di cui si è reso complice il Presidente della Camera, Roberto Fico, un altro soldato si è aggiunto alla timida resistenza alle politiche pentaleghiste. E, esattamente come chiunque altro abbia mai osato contraddire la Casaleggio Associati – società con cui ogni esponente politico grillino sigla un contratto per partecipare alle elezioni nelle liste del MoVimento –, De Falco è stato prontamente messo alla gogna e, probabilmente, nelle prossime ore verrà espulso dal gruppo che l’ha portato in Senato.
Con l’emendamento approvato il condono rimane, ma in forma ridotta. E mentre la Senatrice Nugnes dichiara «Non ho paura, quando si è nel giusto non si ha paura di niente», De Falco rincara la dose: «Sono tranquillo. Vedo che gli altri si agitano molto, ma io sono qui che faccio il mio lavoro». Dal quartier generale dei 5 Stelle, intanto, accusano i dissidenti di aver tradito l’impegno preso con gli italiani. Peccato che la Costituzione tenda esattamente a salvaguardare iniziative come quella dei due senatori, che hanno risposto alla propria coscienza anziché agli ordini imposti dall’alto o, per essere ancor più precisi, dall’altra faccia dell’esecutivo, la Lega salviniana, che ha ormai in mano il destino non solo del governo ma del MoVimento stesso.
Ben venga il coraggio dell’ufficiale De Falco, si applaudano le iniziative di Paola Nugnes e la resistenza all’ondata razzista dimostrata a più riprese da Roberto Fico. La speranza, però, è che certe dimostrazioni – queste sì – di onestà e coerenza, non siano casi isolati che, agli effetti, poco spostano negli equilibri di una legislatura dai toni cupi. Soltanto aumentando rimostranze come quelle del no al condono per Ischia si potrà mettere in crisi l’azione pentaleghista di svilimento dei principi costituzionali. Il dissenso è la più importante forma di democrazia. Resti a terra, cazzo, Comandante! Non torni a bordo… in molti prenderanno quel coraggio che chiedeva a Schettino. In molti, prima o poi, la seguiranno.