È da ormai diverse settimane che a Lodi più di duecento bambini non possono pranzare alla mensa scolastica della città nonché utilizzare gli scuolabus per via di una delibera emessa dal nuovo Sindaco Sara Casanova. Eletto con la Lega, il Primo Cittadino ha firmato nel 2017 un provvedimento che modifica le regole per beneficiare di talune tariffe agevolate sia per i pasti che per gli spostamenti da e verso gli istituti scolastici. Inizialmente, i benefici erano garantiti in base all’Indicatore della Situazione Economica Equivalente, meglio noto come ISEE, mentre per l’attuale anno in corso tale ordinanza prevede che i genitori nati fuori dall’Unione Europea debbano necessariamente presentare ulteriore documentazione che attesti la loro nullatenenza nel Paese di origine, anche se la maggior parte dei bambini è quasi tutta nata in Italia.
Si tratta di documenti molto difficili da ottenere – considerando anche la necessità di traduzione –, in alcuni casi addirittura impossibili, con il Comune che dal suo canto non sembra di certo facilitare l’ardua impresa. Una mamma racconta di non aver ottenuto la documentazione necessaria nonostante sia andata due volte in Tunisia, un’altra ancora invece, sebbene ce l’abbia fatta nel suo Paese di origine, il Marocco, ha visto comunque la sua richiesta respinta senza motivazioni precise. La conseguenza è che queste famiglie non solo vengono inserite nella fascia economica più alta, ma sono anche costrette a pagare 5 euro per ogni pasto scolastico e 210 euro a trimestre per l’autobus. La maggior parte di esse, ovviamente, non può permettersi di pagare tali cifre, di conseguenza i genitori sono obbligati ad accompagnare e andare a prendere i propri figli a scuola la mattina e a ora di pranzo per farli mangiare a casa. Questo perché a Lodi sono soltanto due gli istituti che permettono di portare la colazione a sacco, con i bambini che si vedono relegati in aule separate per consumarla, lontani dai propri amici in mensa. La solidarietà però, nonostante il clima incredibilmente razzista che l’Italia sta respirando negli ultimi tempi, sembra continuare a lottare e fare qualche volta la differenza. È stata infatti organizzata una raccolta fondi dall’Associazione Tuttoilmondo Onlus, proprio per tutelare quei fanciulli estromessi dai servizi scolastici. La raccolta ha raggiunto numero incredibili, superando i sessantamila euro.
Inizialmente, il Ministro dell’Interno Matteo Salvini aveva preso le difese dell’amministrazione, portando avanti la sua lotta contro i furbetti, ma evidentemente il Vicepremier, ricordando di essere anche lui un padre e non soltanto un ministro, ha fatto una clamorosa retromarcia annunciando che nel caso in cui non fosse possibile fornire la documentazione il Comune si fiderà della buonafede. Sì, proprio come succede per gli italiani. Anche l’altro Vicepremier, Luigi Di Maio, Ministro dello Sviluppo Economico e del Lavoro, ha espresso la sua opinione sulla vicenda: «I bambini non si toccano! Se alcuni genitori non si comportano bene si multino loro, non i loro figli: questo Stato sarà sempre dalla parte dei bambini. Sono contento perché gli italiani hanno risposto dando prova della loro grande solidarietà e del loro grande cuore, alla faccia di chi si diverte a dipingerli in altra maniera. Parlerò con il ministro Bussetti che ha già detto che si troverà una soluzione. E vi assicuro che sarà così». Intanto, mentre continua lo show da tastiera sui social, ancora una volta, sono stati i nostri connazionali ad aver trovato una via di comunicazione e una momentanea soluzione, ma dove sono – concretamente – i politici e lo Stato? La situazione è davvero sfuggita di mano, i diritti umani sono stati dimenticati, accantonati, come se agli italiani spettassero agevolazioni speciali e chi si trova a vivere nel nostro Paese no. Ma quando sarà chiaro che siamo tutti uguali? Il desiderio di un bambino è identico a quello degli altri bambini di tutto il mondo, la voglia di amicizia, dello stare insieme, dell’imparare, le stesse. Le belle – e le brutte – parole lasciamole alla distorta politica, i cittadini agiscano e basta.
Dopo diversi giorni di silenzio, anche il Presidente della Camera, Roberto Fico, si è espresso su questo tanto discusso argomento: «Io credo che nel momento in cui si fa una delibera che, in modo conscio o inconscio, crea discriminazioni così importanti si deve chiedere solamente scusa. Nel momento in cui è accaduta questa situazione, […] sono stati raccolti circa sessantamila euro per permettere ai bambini di andare a scuola fino alla fine di dicembre e questo è un gesto fondamentale. Ci rendiamo conto come ogni volta si crei un’ingiustizia, una discriminazione, il nostro Paese è sempre pronto a rispondere». Non è stato necessario attendere molto prima che sul palco salisse nuovamente Salvini che, rispondendo a Fico, ha detto: «Faccia il presidente della Camera».
Ciò che traspare dal governo attualmente in carica sono soltanto manie di attenzione, l’irrefrenabile desiderio di dire la propria sempre e comunque, a volte anche attraverso dichiarazioni davvero imbarazzanti, dando poi importanza all’apparenza, un’apparenza dove le parole restano tali e non portano a un cambiamento reale. Questo episodio non è altro che un vergognoso autogol dell’esecutivo che si vede scalzare da quello che dovrebbe essere il suo ruolo, dalla popolazione, dai cittadini onesti che si oppongono alle ingiustizie e danno un forte esempio di umanità. Proprio quell’umanità che sembra essere stata dimenticata.