«Ci tolgano tutto, io sono tranquillo, gli italiani sono con noi»: è stata questa la prima dichiarazione di Matteo Salvini dopo la notizia dell’accoglimento da parte del Tribunale del Riesame del ricorso della Procura sul sequestro dei fondi della Lega relativamente alla super truffa ai danni dello Stato pari a 49 milioni di euro per rimborsi elettorali non spettanti dal 2008 al 2010. Comprensibile la dichiarazione di stampo berlusconiano cui faranno seguito certamente altre sui magistrati nemici, sull’intento persecutorio contro il governo e bla,bla,bla…, ma i miei connazionali sono davvero con lui come lo furono nonostante tutte le porcate del periodo del grande circo con l’ex Cavaliere?
Una gran parte di abitanti di questo Paese, che non riesco a definire italiani, è al suo fianco come lo è stata nel recente passato perché – come ho avuto modo già di dire più volte – è affetta da una grave patologia trasformatasi in metastasi: la memoria corta, cortissima, volutamente labile. D’altronde, cosa può interessare a quella porzione di Stivale che il padre padrone della Lega, quello che diceva di pulirsi il culo con la bandiera italiana e che ha vomitato sempre sui meridionali e su Roma ladrona, è stato condannato per truffa e salvato proprio da Matteo Salvini facendolo eleggere senatore in un collegio sicuro evitandogli il pignoramento del vitalizio? Non le importa un bel niente, così come non le importava nulla delle vicende di Silvio Berlusconi che portarono la nazione sull’orlo del baratro dopo venti anni di un crescendo di degrado politico e culturale, facendo compattare quell’insignificante e inconcludente forza politica che intanto dettava l’agenda di governo assicurando tranquillità all’ex Cavaliere.
L’enorme cifra truffata ai contribuenti consentì al senatore Bossi e famiglia di risolvere anche qualche problemino personale ma il partito, con il suo Segretario Salvini, non intese costituirsi parte civile nel processo a evitare ulteriori riflettori negativi sul già disastrato Carroccio non proprio fortunato in quanto a investimenti tra pietre preziose, villaggi turistici e una banca rivelatisi del tutto fallimentari lasciando, quest’ultima, qualche bel ricordino ai truffati del Credieuronord finito poi tra le braccia del grande (?) banchiere Fiorani.
Che non interessi nulla ai vecchi e nuovi elettori della Lega infatuati dall’uomo dal polso di ferro con i deboli che ha ben imparato come comportarsi in casi del genere dal suo maestro B. è ormai cosa arcinota, ma è macroscopicamente scandaloso l’atteggiamento del MoVimento 5 Stelle, paladino del cambiamento per i cavoli propri, che attraverso Luigi Di Maio timidamente si esprime con sono questioni che riguardano il passato e Umberto Bossi. Ritengo che il Vicepremier pentastellato sappia che il suo socio di governo Matteo Salvini è Ministro dell’Interno, e ha ragione Luigi de Magistris a ricordare che lui ha la direzione politica delle forze di polizia, e c’è un pezzo di quelle forze di polizia che lo sta inseguendo alla ricerca di quei 49 milioni. Eh già! Sembra che anche agli elettori dei 5S poco o niente interessi della negazione di tutti quei principi gridati nelle piazze, nei video postati sui social, nei vaffanculo continui dei guru genovesi sempre pronti a indicare il marciume della politica, dei partiti e della stessa Lega ora difesa a oltranza. Tace Beppe Grillo, tacciono i vari vaffanculisti aizza-popolo, tace l’ex deputato colombo viaggiatore che pare abbia virato verso casa.
Il MoVimento, anche in questa occasione, si è posto sullo stesso piano di quelle cariatidi politiche criticate, da Gelmini a Maurizio Lupi, con l’ex Ministro passato tra varie forze del centrodestra – e prima ancora colonna portante di Comunione e Liberazione – che in difesa della Lega parla di vulnus alla vita democratica. Tra una dichiarazione politicamente inconcludente e i silenzi sull’operato dell’alleato di governo, quindi, si sta segnando una fase molto pericolosa per i pentastellati che non tarderà a concludersi come i fallimenti degli investimenti del Carroccio che, invece, sa come e quando sbattere la porta in faccia per diventare padrona assoluta del centrodestra, raccogliendo un ampio consenso elettorale sulla loro pelle e anche dalle ceneri di FdI e FI.
In un Paese normale, un Ministro dell’Interno Segretario di un partito al governo condannato a risarcire i soldi della truffa perpetrata ai danni dello Stato avrebbe rassegnato le dimissioni invece di mostrarsi vittima e paladino dei suoi connazionali. «Gli italiani sono con noi»: ma di quali italiani parla? Di quei 5.691.921 di elettori e di quella parte dei 5Stelle convertita al salvinismo? Cala, Matteo, cala!