Seguo da alcuni anni con molto interesse, e ne ho anche raccontato le battaglie su questo giornale, il Comitato che ha promosso la modifica della legge per il diritto alla conoscenza delle origini per i cittadini non riconosciuti alla nascita, una battaglia per i diritti civili ottenuti ormai in quasi tutti i Paesi europei ma che in Italia, grazie al nostro Parlamento, fatica a giungere a una fase conclusiva. In sostanza, dare la possibilità di risalire ai propri genitori biologici, previo consenso degli stessi, prima dei cento anni previsti dall’attuale legislazione.
Sui social sono tante le pagine dove si incontrano e si confrontano genitori e figli adottivi, ed è proprio da alcune di esse che è partita una petizione volta a fare quadrato su una questione che preoccupa in particolare quelli in cui la prole ha l’unico torto di non avere la pelle bianca. In questi giorni, inoltre, nel clima di odio e di persecuzione ai danni di migranti e persone colpevoli unicamente di essere nate con una diversa colorazione della cute – il tutto, come noto, alimentato da chi dovrebbe contrastare questi fenomeni e non esserne parte in causa –, un imprenditore veneto, padre adottivo di due ragazzi di colore, ha pubblicato su di un quotidiano un appello preoccupato per l’escalation di intolleranza in atto nel Paese e ieri un’amica mi ha segnalato un post di un altro genitore, anche lui terrorizzato per l’incolumità dei propri figlioli, chiedendomi di far conoscere questa realtà in quella più vasta che il Vicepresidente del Consiglio Luigi Di Maio assicura essere del tutto inesistente.
Visionari di un clima che non c’è, fatti inventati dalla solita sinistra che si oppone a questo governo, finte violenze, finti spari dai balconi e dalle auto in corsa, tutto finto. E, come in ogni regime che si rispetti, bisogna convincersi che ciascun episodio sia artatamente inventato, lo dicono e lo ripetono non solo i seguaci storici del Ministro Salvini, ma anche quanti convertiti in poche settimane, attratti dalla sirena padana, dalla Sicilia alla Calabria, dalla Puglia alla Campania. Pure di questo esodo il Ministro Di Maio sembra non accorgersi, tutto finto.
Lo vada a raccontare ai papà e alle mamme dei ragazzi vittime di derisione e bravate ritenute semplici azioni di giocherelloni. Tutto finto, inesistente per il Ministro Di Maio. L’atleta italiana di colore diventata oggetto di tiro al bersaglio con uova? Ma che razzismo, è pratica usuale in quel luogo, così raccontano i tanti deficienti della rete. Tutto finto, tutto inesistente. Chi ascolterà, quindi, il padre imprenditore veneto e gli altri nelle sue stesse condizioni? Chi sarà capace di svegliarsi dal sonno anche nelle fila degli stessi pentastellati in un sussulto di dignità nel rispetto dei tanti elettori che hanno affidato al MoVimento le sorti di questo Paese nella speranza di un reale cambiamento, non finto, senza bugie da raccontare a se stessi? A quando un’operazione verità che ponga i reali problemi della nazione al centro dell’agenda politica, non nascondendoli facendo la voce grossa nei confronti dei più deboli per distrarre l’attenzione dagli impegni presi, quelli seri, molto seri, più importanti della spettacolarizzazione dell’aereo di Renzi? Quando staccherà la benda dagli occhi chi detiene le sorti dei 5 Stelle, nonché un posto di responsabilità al governo, per rendersi conto della strategia politica davvero da maestro del Matteo padano che non tarderà a lasciarli con il culo per terra?
Purtroppo, queste resteranno soltanto domande senza risposta fin quando il gioco reggerà e il consenso sarà alimentato da un clima che tanto orgasmo produce in una parte consistente del Paese. Non c’è assolutamente emergenza razzismo in Italia, lo dice il Ministro Luigi Di Maio e bisogna crederci, lo dice anche Matteo Salvini ed è una garanzia. Bisognerà pur smetterla di fantasticare e convincersi che è tutta una finzione.