Nel cuore di Gaeta c’è una meraviglia naturale, meta di numerosi pellegrinaggi turistici e religiosi: la Montagna Spaccata.
Situato nel Parco del Monte Orlando, il promontorio si presenta come una vetta tagliata da due fenditure nella roccia che secondo il mito laico sarebbe legata all’amore tra Giordano, semplice montanaro, ed Etele, figlia della Maga del luogo, condannata a sparire proprio con la morte della genitrice. Leggenda vuole che i due innamorati avessero deciso di vivere la loro storia nonostante questa spada di Damocle pendesse sul loro legame e che, quando la Maga trapassò, la montagna si aprì per far svanire per sempre Etele.
Il racconto dei due giovani, tuttavia, non è l’unico usato per spiegare l’origini di questa affascinante altura. Infatti, accanto a suddetta spiegazione, che nulla ha a che fare con la religione, vi è una mitologia cristiana per cui il rilievo si sarebbe diviso alla morte di Gesù Cristo nel medesimo momento in cui si squarciò il velo di Gerusalemme, come testimonia anche la citazione del Vangelo di Matteo (27,51) che si trova scolpita su una placca marmorea posta all’ingresso della spaccatura principale.
Il legame tra la Montagna Spaccata e la religione cristiana viene d’altronde messa in evidenza anche dal fatto che, proprio sul sito, nell’XI secolo fu edificato il Santuario della Santissima Trinità, la cui fisionomia attuale è frutto del restauro del XIX secolo operato dai padri Alcantarini. Numerosi furono i religiosi illustri che decisero di venire a pregare tra questi scenari suggestivi: tra loro, si ricordano Papa Pio IX, San Paolo della Croce, Ignazio di Loyola e, soprattutto, San Filippo Neri, solito ritirarsi in un angolo roccioso ancora oggi visibile e denominato, per l’appunto, il Giaciglio di San Filippo Neri.
Ma tra le meraviglie che si possono ammirare presso la Montagna Spaccata una delle più incredibili è sicuramente la Grotta del Turco, a cui si accede tramite una lunga scalinata e che si pensa in passato fosse un rifugio per le navi saracene che intendevano attaccare galeoni nemici. In questa grotta, su una delle due pareti di roccia è impressa l’impronta di una mano accompagnata da un’inscrizione in latino che recita: Un incredulo si rifiutò di credere ciò che la tradizione riferisce, lo prova questa roccia rammollitasi al tocco delle sue dita. Secondo la tradizione, infatti, un turco miscredente sulle origini divine delle spaccature del monte, appoggiandosi alla roccia la sentì prendere prodigiosamente la forma della sua mano.
Sempre in questo luogo così unico, si trova poi la Cappella del Crocifisso costruita su di un macigno che nel 1400, a causa di un terremoto, cadde e si incastonò tra una delle fenditure a trenta metri d’altezza dal mare. Il luogo di culto ospita un crocifisso ligneo intagliato molto antico ed è ancora oggi meta di pellegrinaggio per molti credenti.
Per chi si trova a Gaeta per fare un tuffo e vuole vivere un’esperienza magica e suggestiva, godendo di una vista mozzafiato mentre si è sospesi sul mare, quindi, visitare la Montagna Spaccata e immergersi nella sua enigmatica storia è obbligatorio.