Contributo a cura di Emilia Rosati
Il complesso monumentale dell’Annunziata di Napoli, oltre che un luogo sacro e artistico, è certamente un luogo dell’anima che continua, nell’immaginario popolare, a porsi come simbolo di accoglienza e di consolazione riferita a quella Madonna, detta Mamma chiatta dai suoi devoti, che, umile, accetta il suo destino di madre di Gesù, diventando madre di tutti gli uomini.
È sorprendente come ciò riguardi non solo i credenti, ma anche i laici, che non si sottraggono al fascino di questa icona tanto cara a tutti i napoletani. Nessuno, infatti, può ignorare il richiamo dell’archetipo femminile della donna-madre-madonna, che veglia i bambini abbandonati e di notte gira nelle grandi stanze per coccolarli e accarezzarli portando loro conforto e speranza in un avvenire dove l’amore vincerà la solitudine.
Perciò eravamo in tanti, lo scorso venerdì sera, a celebrare Una bellezza lunga sette secoli, secondo il suggestivo titolo che Padre Gigi Calemme ha voluto dare all’evento che ricorda i settecento anni dell’Annunziata, ideale omaggio a Napoli, alla devozione popolare, ai numerosissimi tesori artistici e alla storia gloriosa di una delle istituzioni più significative nella storia della nostra città. Un evento che ha rappresentato una sorta di viaggio nel tempo, alternando i momenti del racconto storico con quelli artistici, attraverso il contributo dei giovani artisti di Manallart, ottime guide nella visita alla Rota degli Esposti e alle magnifiche e, in parte sconosciute, bellezze della chiesa vanvitelliana, arricchite da performance di grande impatto emotivo.
Chiara Bolognino, Eduardo Miguel Salzano, Anna Trocciola, Maria Castaldo e Rosaria Rapidà sono stati, come sempre, speciali e un po’ magici, capaci di creare un’atmosfera particolare che ha fuso il passato con il presente in una sorta di sentimento senza tempo. Una suggestione resa indimenticabile anche dall’attrice Daniela Ioia, interprete di un pezzo della toccante opera di Antimo Casertano. I quadri, le sculture, le pietre tutte del monumentale complesso hanno poi preso ritmo e vita attraverso le musiche strumentali di Giovanni Darelli, Riccardo Del Prete e Carla Senese.
Gradita ed efficace la presenza dell’Assessore Nino Daniele che ci ha ricordato che Estate a Napoli 2018 sarà costruita intorno al tema dei bambini e dell’Annunziata, intendendo tale scelta come un richiamo importante alla responsabilità collettiva dell’accoglienza e della cura dei minori: figlio da’ Madonna è ogni creatura e tutti dovremmo sentirci davvero casa, per garantire i diritti di tutti gli esseri umani. Metafora potente di tale messaggio Belisario Corienzo profugo, cacciato dalla propria patria, che trovò rifugio a Napoli, dove contribuì a impreziosire la chiesa con le sue opere.
È più che mai attuale e importante l’invito, lanciato proprio da Daniele, ad aiutare il parroco, giovane e valente Padre Gigi, per far scattare la generosità della gente e riappropriarsi di questo luogo meraviglioso, consapevoli di quanto tale gesto serva al riscatto della città.