Quando si parla di Liverpool è naturale pensare che la città portuale inglese sia meta di pellegrinaggio per i fan dei The Beatles pronti a visitare la strada Penny Lane, il The Cavern, il The Grapes e l’orfanotrofio Strawberry Fields. Tuttavia, non bisogna pensare che la metropoli sia solo il luogo natio della leggendaria band anglosassone. Infatti, tra le tante attrazioni che ospita si trova il Merseyside Maritme Museum.
Situato lungo Albert Dock, area portuale oggi adibita a centro culturale, il Merseyside Maritme Museum è un bellissimo museo che ricorda la natura marittima di Liverpool la cui entrata è adornata da un’enorme e maestosa ancora in disuso. All’interno dell’esposizione si sottolinea come la città sia sempre stata il centro abitato dell’Impero Britannico più legato all’oceano e alla navigazione, tanto mercantile quanto turistica e militare.
La relazione innegabile che intercorre tra la metropoli e la distesa azzurra su cui si affaccia viene esplorato sui diversi livelli che compongono il museo. Quando si entra, il primo piano è occupato da una galleria che approfondisce il rapporto tra Liverpool, il mare e l’immigrazione. A essere raccontate in questa sezione sono le innumerevoli storie di nove milioni di individui che agli inizi del Novecento lasciarono la loro città natale per salpare alla ricerca di una vita migliore nel Nuovo Mondo che rappresentavano l’America, l’Australia e la Nuova Zelanda. Sotto investigazione sono le condizioni in cui queste persone viaggiavano per raggiungere quelle che sembravano loro vere e proprie terre promesse.
Se il piano terra della struttura è dedicato alla speranza che può risiedere nella via marittima per un’esistenza preferibile a quella che si ha nel luogo di nascita, il secondo e il terzo piano sono dedicati alle tragedie che spesso si consumano tra le acque salate. Su questi due livelli dell’edificio, infatti, a essere esaminati sono i naufragi di due navi: la Lusitiana e il Titanic.
Nella mostra Lusitiana: life, loss, legacy non solo a essere messa in evidenza è l’importanza di Liverpool nella Seconda Guerra Mondiale, ma si cerca anche di ripercorrere le ultime ore di vita del transatlantico affondato da un sottomarino tedesco il 7 maggio 1915 nei mari dell’Irlanda del Sud. Tale naufragio provocò la morte di millenovecentonovantuno persone e diverse rivolte in tutto il mondo occidentale, tra cui alcune proprio a Liverpool. La maggior parte della ciurma era natia del luogo. Nel Museo Marittimo, quindi, si raccontano le storie e il fato di questi uomini che audacemente salparono il mare.
Sullo stesso piano in cui a essere descritte sono le imprese belliche di Liverpool sull’oceano durante il secondo conflitto mondiale, altre curiosità sulla vita in nave vengono rivelate. Ad esempio, particolarmente interessante è una sessione del museo in cui si tratta di come il trascorrere le loro esistenze in acque salate permetteva a quanti erano omosessuali tra gli anni Cinquanta e Sessanta del 1900 (periodo in cui l’omosessualità era vietata nel Regno Unito) di essere molto più liberi nei costumi.
Il terzo piano riporta invece il breve e unico viaggio del transatlantico leggendario che fu il Titanic. In primis, il Merseyside Maritme Museum cerca di sottolineare il legame tra la città di Liverpool e la celebre nave, raccontando come la sua compagnia di produzione, la White Star Line, risiedeva proprio lì, che la maggior parte della sua ciurma era di lì natia e che anche la nave che salvò i settecentosei sopravvissuti, la Cunard Line, era liverpooliana.
Nell’esposizione com’era la vita sul transatlantico viene descritto tramite numerosi oggetti che si sono salvati dall’inabissamento: vestiti, giubbotti di salvataggio, argenteria e lo spartito musicale suonato dell’orchestra che lavorava sulla nave diventano tutte testimonianze dell’esistenza del Titanic. Molto toccante anche la sezione della struttura in cui attraverso delle cards si viene a conoscenza del destino di alcuni passeggeri dell’imbarcazione.
Al quarto piano, invece, l’istituto ospita anche l’International Slavery Museum in cui si racconta la storia della schiavitù, della tratta dei neri e della vita nell’Africa Occidentale. Se tale sezione non è strettamente legata al mare, è comunque in qualche modo a esso riconducibile, perché era proprio attraverso viaggi oceanici che gli schiavi lasciavano i loro villaggi per essere trasportati nel Nuovo Continente.
Per quanti si trovano a Liverpool, amano il mare, la storia e immergersi tra modellini e pezzi di navi, il Merseyside Maritme Museum è una tappa obbligatoria, tanto più che la sua visita non gli costerà altro che qualche ora trascorsa sul pontile del Titanic.