Nell’attesa che il 2023 ci sorprenda con nuove e attesissime pellicole, vogliamo tirare le somme su questo 2022 appena concluso e sul cinema che ci ha regalato. Un anno che ancora si porta dietro gli strascichi di un Covid che ha tardato di molto le uscite, ma ricco di film che hanno fatto la differenza, nel bene e nel male. Stiliamo dunque una lista di top e flop, lista che, ricordiamolo, è assolutamente soggettiva.
Impossibile non iniziare con il film di cui si è parlato di più e che, lo ammettiamo, è decisamente un colossal. Avatar – La via dell’acqua, sequel del primo capitolo uscito nel 2019 e diretto da James Cameron, è pura poesia visiva, da gustare preferibilmente in 3D. Torniamo su Pandora seguendo le vicende di Jake Sully e della sua famiglia Na’vi, ma la guerra contro gli umani continua e porta i protagonisti ad allontanarsi dalla foresta per chiedere asilo ai clan della barriera corallina. Maestoso, visionario, Cameron mette in scena tre ore di cinema puro, con una regia al limite della perfezione ed effetti visivi mozzafiato. Il digitale fagocita la realtà per riproporla allo spettatore come un sogno a occhi aperti, in cui viene immerso a 360 gradi, grazie anche alle musiche di Simon Franglen. Nelle novità di Pandora e in particolare nel mondo marino, il vero grande spettacolo. Avatar 2 non è solo un film, è un’esperienza multisensoriale.
Non per il grande pubblico ma assolutamente da vedere, specie se appassionati di horror psicologici, Men di Alex Garland sconvolge e fa meditare. È la storia di una donna che si rifugia in un isolato cottage di campagna a seguito di un trauma. Ma qualcosa sembra continuare a perseguitarla. Carico di simbolismi e allegorie, Men inscena un’inedita riflessione in chiave horror dei concetti di genere, misoginia e violenza, indagando la cultura folkloristica e la psicologia dell’essere umano. Talvolta gioca con il body horror, uno dei suoi tratti distintivi, ma atmosfere e tensione la fanno da padrone per l’intera durata. Disturbante e allucinato, vanta una regia elegantissima e un’ipnotica e angosciante colonna sonora, oltre alle grandiose interpretazioni di Jessie Buckley e Rory Kinnear.
Tra i migliori film del 2022 rientra senza dubbio The Fabelmans, un’intima e coinvolgente lettera d’amore di Spielberg al cinema. Il regista, tra i più iconici di Hollywood, firma un omaggio semiautobiografico alla settima arte, dove il piccolo Sammy/Steven scopre il potere dell’immaginario cinematografico e sceglie di consacrarvi la sua esistenza. Racconta di tutti gli ostacoli, i traumi, gli episodi di bullismo, le relazioni con una famiglia che asseconda sì la sua passione ma non riesce a comprenderla fino in fondo. E lo fa con un linguaggio semplice e diretto e l’immaginazione che da sempre caratterizza la sua cifra stilistica. Ottima l’interpretazione di Gabriel LaBelle come anche di Seth Rogen, Michelle Williams, Paul Dano, Judd Hirsch. The Fabelmans colpisce per onestà, nel ritratto della crescita e formazione di un artista, di un sognatore, permeato di quella magia ed emozione che solo il grande schermo sa dare. Un film che qualsiasi cinefilo dovrebbe vedere.
Jordan Peele si è ormai consacrato come uno dei registi contemporanei più originali e la sua terza e ultima fatica, Nope, non è da meno. Ancora Daniel Kaluuya nei panni di un allevatore di cavalli che scopre un misterioso oggetto volante non identificato. Stavolta però Peele non si sofferma più sull’essere afroamericano negli USA, bensì fonde il western con la fantascienza, l’horror e la commedia, in una feroce critica all’intrattenimento, che risucchia le persone spremendole per bene per poi sputarle fuori, quando ha ormai assorbito tutto. Una corsa alla spettacolarizzazione, alla rappresentazione sempre più vorace, attraverso una fotografia e una colonna sonora eccellenti e a una serie di citazioni cinematografiche che mostrano dietro la critica anche un enorme amore per la settima arte. Diviso in capitoli, ha il grande pregio di riuscire a coinvolgere anche chi di simbolismo non ha voglia, grazie alla piega decisamente action-Sci Fi che prende soprattutto nella seconda parte.
Ma dove abbiamo luce vi è anche ombra e, come ogni anno, il 2022 non è esente dall’aver sfornato anche una serie di pellicole di cui, forse, avremmo fatto volentieri a meno. Flop non per forza al botteghino ma in riferimento a film considerati a parer nostro i peggiori, deludenti o comunque con una serie di problematiche che ci portano inevitabilmente a puntare il pollice al pavimento.
Vince a mani basse Morbius di Daniel Espinosa. In questo caso, nulla sarebbe più utile di un neuralizzatore dei Men in Black, per cancellare di netto i ricordi con uno sparaflash: Morbius è davvero un film terribile e mal scritto. Questo disastro su schermo è l’adattamento dei fumetti con protagonista Michael Morbius, uno dei vari antagonisti di Spiderman, terzo film del Sony’s Spider-Man Universe dopo i due Venom. Lo interpreta Jared Leto che purtroppo riesce a diventare solo l’ennesimo meme dopo l’altra trashata di House of Gucci. Nulla si salva, né effetti visivi né ritmo né, soprattutto, la sceneggiatura, fatta di scene montate tra loro con colla scadente e molteplici insensatezze. Una cosa però è certa: la fama (negativa) è stata tale da attirare un bel po’ di pubblico in sala, desideroso di farsi qualche risata. Vince il detto purché se ne parli.
Ma il 2022 è stato anche l’anno del ritorno di Dario Argento. Purtroppo, duole dirlo. Il nuovo Occhiali neri floppa alla grande, con una Ilenia Pastorelli inadeguata e una trama poco curata e per nulla sorprendente come lo erano stati i grandi twist delle precedenti opere. È testimonianza che il Maestro del brivido sia rimasto ormai ancorato alla sua epoca, impossibilitato a svecchiarsi. I suoi capolavori restano nell’Olimpo del thriller/horror italiano ma pellicole come questa non fanno altro che ricordarci con delusione e nostalgia di ciò che è stato e che non potrà, almeno per ora, più essere.
Live-action di Pinocchio ne abbiamo? Pure troppi. Infatti, questo targato Disney e diretto da Robert Zemeckis potevano risparmiarcelo. Nonostante le aspettative, il film non è altro che una copia mal riuscita del classico del 1940, privo di originalità e carisma e con scelte di scrittura davvero senza senso. Non basta l’ottimo cast (Tom Hanks, Cynthia Erivo, Giuseppe Battiston, Luke Evans). Se proprio volete guardare un nuovo Pinocchio, guardate quello di Guillermo del Toro su Netflix, decisamente unico nel suo genere.
Una cocente delusione il biopic su Marilyn Monroe di Andrew Dominik, Blonde. Tante, troppe le licenze poetiche sulla vita e la carriera di quella donna che non riusciamo a identificare né come Marilyn né come Norma Jeane. Ana de Armas è semplicemente perfetta ma ingabbiata in un ruolo che dovrebbe mostrare i traumi e i sacrifici della donna dietro la star e che invece risulta solo fastidiosa e sopra le righe, circondata da personaggi scritti uno peggio dell’altro. Per non parlare dei cliché femminili e dei pericolosi messaggi come quello antiabortista. Peccato, Norma Jeane meritava molto di più.