Cari amici, soltanto poche parole perché, in realtà, i protagonisti di questa manifestazione siete voi. E siete voi che pagate ogni giorno, sulla vostra pelle, le conseguenze di quello che abbiamo chiamato un debito ingiusto. Non sono una storica né, tantomeno, un’esperta di diritto amministrativo. Vorrei soltanto ricordare, a quelli più grandi di me, e rivelare, a quelli che sono coetanei o più piccoli di me, che noi siamo i nipoti amministrativi di nonni che ci hanno trasmesso un’eredità ingiusta e pesante. Nonni che nel dopo terremoto – parlo del 1981, 37 anni fa – con i soldi che servivano per costruire case degne di questo nome, servizi, infrastrutture, hanno utilizzato una cospicua parte di quei soldi di tutti gli italiani per finanziare altro. I loro partiti, i progettisti e tecnici amici, le imprese e, ahimè, la camorra che dopo quella disgrazia che causò più di 4mila morti ne è uscita rafforzata, anzi cambiata. È diventata imprenditrice e si è seduta al tavolo delle spartizioni a pieno titolo, come tanti processi e inchieste hanno poi dimostrato. Di quella massa enorme di soldi – 60mila miliardi di vecchie lire –, una piccola parte fu gestita dai sindaci dell’epoca in veste di commissari straordinari. E furono affidati lavori, commesse, senza che vi fossero le coperture. Perché si usava così, perché quei nostri nonni sindaci e assessori pensavano che poi lo Stato avrebbe ripianato tutto. Ecco, noi abbiamo ereditato non soltanto un debito, ma le conseguenze devastanti di un modo irresponsabile e talvolta criminale di amministrare.
Quando nel 2011 è arrivata quest’amministrazione, le leggi che regolano l’amministrazione pubblica avevano provocato un secondo terremoto, giuridico e politico. Gli altri sono scappati, o sono morti, noi siamo rimasti in prima linea tra le macerie, per ricostruire il corpo e l’anima di questa città. Abbiamo commesso errori? Sicuramente, ma quei comitati d’affari, quelle imprese in odor di camorra, quei tecnici truffaldini del passato li abbiamo tenuti fuori. Siamo non soltanto una giunta di amministrazione, ma soprattutto una giunta di testimonianza. Che continuando ad assumersi pesanti responsabilità sta portando a termine una bonifica etica, materiale, politica. Lo so, mi fermano per strada e mi dicono: Ale, ma non vedi le buche? Ale, ma non ti accorgi che i pullman passano ogni morte di Papa? Ma non vedi che le metropolitane sono lente? Sì, lo vedo, gli rispondo, ma vorrei che vedeste anche quello che stiamo cercando di fare per non fermare del tutto i trasporti e i servizi essenziali. Se ci fosse il dissesto, accadrebbe questo. E a pagare per quei nonni irresponsabili sarebbero i nipoti più deboli, gli ultimi. Il debito è ingiusto proprio per questo e soprattutto per loro. E io non voglio pagare e non voglio che a pagare siano quei nipotini deboli ai quali i nonni irresponsabili hanno rubato la cosa più importante: il futuro!
*Foto di Gigi Valentino©